In linea con la mission che da quasi 70 anni ha fatto propria, posizionandosi come uno dei poli d’interesse del panorama artistico milanese, l’Institut français Milano – che ha sede nel Palazzo delle Stelline – continua a proporre al pubblico meneghino talenti francesi particolarmente apprezzati Oltralpe. Quest’autunno è la volta di Julien Mauve, che dal 7 al 30 novembre esordisce con la sua prima personale italiana Il Miracolo – Le souffle de la montagne noire, a cura di Viviana Gatica.
«L’Institut français afferma con forza la sua volontà di presentare una nuova generazione di fotografi al pubblico milanese», dichiara Pascale Just, direttrice dell’Institut français Milano. «Dopo la mostra collettiva di giovani artisti laureati della Bourse au talent, Identités à venir, organizzata nel 2017 e poi, l’anno scorso, Déconstruction di Mathieu Pernot, spetta ora a Julien Mauve occupare la galleria con un progetto inedito. L’obiettivo è quello di mostrare, attraverso un insieme di opere sapientemente orchestrate, la conclusione di un percorso in cui l’artista, pur raccontando una storia del passato e senza rinunciare mai a una ricerca visiva e plastica, rivolge uno sguardo critico o distaccato sulla società contemporanea. In Il Miracolo – le souffle de la montagne noire, Julien Mauve esplora il Vesuvio come il crogiolo delle paure di ieri e di oggi, approfondendo la relazione particolare che gli uomini intrattengono con una natura percepita nello stesso tempo come minaccia e sorgente di energia».
Vincitore dei premi SFR Jeunes Talents e del Sony World Photography Award, Julien Mauve ama definirsi un artista visuale: nel suo lavoro si interroga sul tema del luogo e della condizione dell’uomo nell’universo, indagando soprattutto sul rapporto con le nuove tecnologie.
La mostra Il Miracolo – Le souffle de la montagne noire riunisce 27 opere tratte da una serie inedita su Napoli e il Vesuvio, un rimando estetico moderno alla fotografia vedutista della fine dell’Ottocento. Luoghi dove il fotografo francese ha soggiornato a lungo: nel corso di un intero anno si è spostato nella baia partenopea alla ricerca di suggestioni e paesaggi, provando a tradurre in immagini quel sentimento unico che rende queste terre uno tra gli angoli naturalisticamente più ricchi al mondo. In quest’occasione Mauve ha vissuto una vera e propria esperienza visiva e sensoriale del territorio e dei suoi abitanti: è proprio grazie a questo approccio che ha saputo restituire un messaggio unico, a tutto tondo, attraverso un lavoro composto da fotografia scientifica, ritratti, paesaggi, luoghi urbani inclusi monumenti, fotografie di paesaggio, antropiche, o meglio “umane”. E da come si evince dal sottotitolo della mostra – Le souffle de la montagne noire – le fotografie di questa serie, così come il paesaggio stesso che ne è protagonista, non possono prescindere dal Vesuvio. Il vulcano domina il paesaggio e, seguendo un percorso che si snoda idealmente nelle opere di Mauve da Napoli alle Solfatare dei Campi Flegrei, passando per Pozzuoli fino a Ischia, influenza il tessuto sociale e la vita degli abitanti di queste terre.
«L’idea era quella di comprendere il rapporto degli umani con una natura pericolosa e il modo di relazionarsi di una società che si è sviluppata esorcizzando la paura», sottolinea Julien Mauve. «Ho voluto catturare l’energia che il vulcano trasmette a tutta la regione e l’atmosfera molto speciale della baia napoletana. Un’atmosfera che è stata alimentata da molti dipinti, leggende e miti nel corso della storia».
La mostra rientra nel palinsesto del Photo Vogue Festival 2019, che si tiene a Milano dal 14 al 17 novembre.
«Siamo davvero felici che questa mostra, dopo quella di Mathieu Pernot, sia stata scelta per il Photo Vogue Festival», conclude Pascale Just, «offrendo così ai nostri artisti la possibilità di instaurare un vero e proprio dialogo con il pubblico milanese».
Julien Mauve (Saint-Germain-en-Laye, 1984) è un fotografo che vive a Parigi e crea serie di fotografie di ambientazione cinematografica e narrative che trattano della condizione umana. Il suo lavoro solleva domande sul futuro e sulle minacce che la nostra civiltà sta affrontando, sul significato della ricerca e sul rapporto dell’uomo con le tecnologie. Ha ricevuto diversi riconoscimenti, tra cui il SFR Jeunes Talents (Francia) nel 2013, il Sony World Photography Award (Regno Unito) nel 2016 e La Bourse du Talent (Francia) nel 2018. Ha pubblicato due libri con Poursuite Edition: “L’Indifférence Des Étoiles” (2016) e “Titanic Orchestra” (2017).