Il ministro per il Mezzogiorno, Giuseppe Provenzano, annuncia la fiscalità di vantaggio per il Sud in vigore dal 1° ottobre: come funziona? Si tratta di una riduzione dei contributi del 30% per tutti i lavoratori già assunti o nuovi, avanzati dallo Stato e che quindi non gravano né sulle imprese né sullo stipendio dei dipendenti.
Il ministro per il Mezzogiorno e la fiscalità di vantaggio: cos’è?
L’impegno del Governo è di estendere la misura fino al 2029, e visto che almeno inizialmente la riduzione dei contributi avverrà grazie al temporary framework della Commissione Europea in materia di aiuti di Stato, il principale interlocutore è Bruxelles.
Dalle prime interlocuzioni, sembra che l’Europa sia disponibile a estendere la fiscalità di vantaggio per le imprese del Sud grazie al suo inserimento nel più ampio quadro di riforma previsto dal Piano Sud 2030.
Una misura del genere infatti può dare i frutti sperati solo se rimane costante e duratura nel tempo, in modo da permettere investimenti e pianificazione nella riorganizzazione delle imprese.
Fiscalità di vantaggio per il Sud: al via il taglio del costo del lavoro per il 2020
Dal 1° ottobre è entrata in vigore la fiscalità di vantaggio per il Sud, basata sul taglio del costo del lavoro senza andare a inficiare gli stipendi dei dipendenti.
La misura è prevista dal decreto Agosto, che ha stanziato 1 miliardo per il 2020 e 4 miliardi per gli anni successivi. Cosa prevede quest’agevolazione fiscale? Si tratta del taglio del 30% dei contributi a carico delle imprese per i dipendenti (nuovi e già assunti) la cui sede si trova in una Regione del Sud Italia (Umbria, Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia).
Per ora la misura è in vigore dal 1° ottobre al 31 dicembre 2020. Previa autorizzazione della Commissione Europea, la fiscalità di vantaggio verrà confermata in modo decrescente negli anni, ovvero:
- del 30% fino al 2025;
- del 20% fino al 2027;
- del 10% fino al 2029.
Oltre a potenziare le assunzioni, questa tipo di fiscalità ha come obiettivo l’emersione del lavoro nero, attrarre nuovi investimenti nelle Regioni dell’Italia meridionale colmando così il grave divario con il resto del Paese e dell’Europa. Nel Sud infatti l’economia si è mai davvero ripresa dai tempi della Grande Recessione, e la crisi da Coronavirus non ha fatto altro che peggiorare ancora di più la situazione.