L’erosione della biodiversità procede a ritmi allarmanti: il monitoraggio di 14.152 popolazioni di 3.706 specie di vertebrati dimostra che sono diminuite del 58% tra il 1970 e il 2012 secondo il recente Living Planet Report del WWF.
Esempio drammatico è quello dell’elefante africano, stroncato dal bracconaggio alla media di 20.000 esemplari l’anno per l’avorio. Nel 1970 esistevano più di 1.400.000 individui di elefante africano, oggi ne restano intorno a 450.000. Alla vigilia dell’apertura della 13° COP della Convenzione per la Diversità Biologica (CBD), che si terrà a Cancun (Messico) il WWF rivolge un appello ai governi, chiamati con urgenza ad aumentare le loro ambizioni e ad evitare l’inadempienza degli impegni presi per la conservazione della biodiversità. La nuova Assemblea di Cancun si rivolgerà proprio a quelle nazioni che sono ben lontane dal rispettare gli obiettivi stabiliti a livello di Nazioni Unite, e che scadranno alla fine di questo decennio.
“Gli Stati stanno mancando il raggiungimento dei Target di Aichi”, afferma Deon Nel, Global Conservation Director del WWF . “Il mondo ha un accordo e un piano collettivo su come fermare la perdita di biodiversità, ma ogni singola nazione non lo ha ancora tradotto in livelli adeguati di ambizione e impegno concreto”.
Secondo il WWF la conservazione della biodiversità rimane un tema minoritario nella programmazione economica nazionale. L’ambiente viene sfruttato per guadagni immediati, erodendo così il potenziale ambientale a lungo termine offerto dai servizi ecosistemici. Eppure gli ecosistemi ci forniscono cibo, acqua dolce , aria pulita, energia, rimedi medicinali, svago e cultura. Inoltre, dipendiamo dai sistemi naturali sani e diversificati per la regolazione e la depurazione delle acque e dell’aria, per le condizioni climatiche, per l’impollinazione e la dispersione dei semi, per il controllo dei parassiti e delle malattie.
Un recente studio del WWF prevede che entro il 2020, lo stesso anno in cui scadranno i Target di Aichi, le popolazioni di fauna selvatica potrebbero diminuire di due terzi dai livelli del 1970.
“In meno di una generazione abbiamo ridotto la popolazione selvatica a livelli inimmaginabili, per non parlare dei danni a foreste, oceani e acqua dolce, ecosistemi vitali per il benessere umano. Non possiamo ribaltare questo trend in quattro anni, ma dobbiamo andare a Cancun con l’obiettivo comune di raddrizzare fortemente il timone verso la direzione giusta”, dichiara Nel.
I governi che si incontreranno a Cancun dovranno rendere effettivo l’accordo stabilito, e dimostrare con i fatti che non utilizzano sussidi per azioni che minano gli ecosistemi e la biodiversità , ma piuttosto per raddoppiare gli investimenti destinati alla conservazione. Il WWF chiede che la conservazione della biodiversità, base fondamentale del capitale naturale di noi tutti, sia tenuta in conto nelle decisioni strategiche, in particolare in quelle riguardanti l’agricoltura, la pesca, la gestione forestale e il turismo.