La scrittura Reale del Vuoto abissale e della Potenza Suprema è un testo attribuito a Liezi, un saggio cinese vissuto nel VI secolo a.C., ma il testo che conosciamo oggi è probabilmente molto più postumo la sua nascita, infatti la primissima menzione storica che probabilmente si riferisce a questo classico cinese viene fatta risalire al 14 a.C. mentre il più antico commentario del Liezi risale al IV secolo d.C.
Questo testo è fondamentale per capire il pensiero cinese, in particolare per comprendere la tradizione taoista, infatti insieme al Zhuangzi e al Dao De jing viene considerato un classico di questa religione.
Anche se in confronto al Dao De jing e al Zhuangzi, il Liezi è indubbiamente meno conosciuto e valutato, anche perché viene spesso considerato una sorta di riassunto di questi duei, la scrittura reale del vuoto abissale e della potenza suprema offre al lettore innumerevoli spunti di riflessione esposti in un modo originalissimo, che molte volte oscillano tra l’edonismo e il fatalismo.
Dal testo si evince che chi scrisse il testo pur volendo far conoscere un’articolata dottrina, era alla costante ricerca di una vita vissuta nella riservatezza, dove il progresso spirituale non deve assolutamente essere motivo di vanto e di esibizionismo, anzi nel testo si raccomanda più volte al saggio di non ostentare il suo progresso interiore e di apparire come un qualsiasi uomo comune, nonostante per Liezi il saggio sia colui che è riuscito a conformarsi con il principio incondizionato della realtà manifestata che non può essere compreso dalla ragione e dai sensi umani (Dao).
“Se nulla tratterrete in voi stessi, le cose manifestate vi appariranno per quelle che veramente sono. In movimento, siate come l’acqua; stando fermi, siate come uno specchio. Rispondete come fa l’eco. Così facendo, il vostro Dao sarà in accordo con le cose. Infatti sono le cose che si contrappongono al Dao, non è il Dao che si contrappone alle cose. Chi è capace di accordarsi con il Dao, non ha bisogno di usare le orecchie, non ha bisogno di usare gli occhi, non ha bisogno di usare la forza, non ha bisogno di usare la mente (…). Lo si coglie solo nel silenzio e quando la propria natura è giunta a maturazione. Conoscere senza essere condizionati dalle emozioni, ecco la vera conoscenza.”
Negli otto capitoli presenti nella “scrittura reale del vuoto abissale e della potenza suprema” vengono trattati svariati argomenti: della forma di energia chiamata “qi” che pervade tutta l’esistenza, del concetto di non esistenza (wu), l’accettazione della morte, del metodo di agire taoista della non-azione (wu-wei), delle illusioni della mente umana, dei limiti della conoscenza umana, del destino, ecc.
“Fa sì che vi sia nascita ma non nasce; fa sì che vi sia trasformazione ma non si trasforma. Ciò che non nasce è capace di far nascere ciò che non nasce; ciò che non si trasforma è capace di far trasformare ciò che si trasforma”.