Il lavoro nasce con l’uomo ed è un diritto fondamentale che dev’essere continuamente garantito a tutti senza distinzioni o esclusioni. Non sono dello stesso parere però le nuove cooperative sociali campane ( tra cui la CORI), le quali a colpi di illogica meritocrazia e senza l’ausilio di alcun criterio, hanno estromesso su una percentuale di 100 lavoratori il 30% , mentre sono stati assunti il 70% degli operatori socio- assistenziali. Ad affermarlo Felice Romano psicologo e psicoterapeuta, consulente di associazioni e cooperative sociali nel napoletano.
Un grido d’allarme da parte di coloro che dal 31 dicembre 2013 sono in disoccupazione per fine appalto. Una protesta che nasce dopo soltanto pochi mesi dall’emissione del verbale dall’assessore al Comune di Napoli Roberta Gaeta, in cui veniva garantito il passaggio dei vecchi operatori alle nuove cooperative. Sono stati esclusi dalla firma dei nuovi contratti alcuni operatori socio- assistenziali con un’esperienza lavorativa continuativa di ben 15 anni, ma anche giovani con alle spalle una famiglia da mantenere.
I piani lavorativi sono stati ridotti da 33-34 ore di attività settimanali a circa 12- 13 ore. I nuovi consorzi hanno imposto regole alla cui base manca un criterio logico di scelta del personale, liquidando i vecchi operatori senza alcune motivazioni fondate.
Non c’è rispetto, il diritto al lavoro viene alienato, disabili e anziani non possono usufruire di un “servizio di fiducia” garantito da anni di esperienza rifiutando l’assistenza degli operatori assunti con il nuovo contratto.
La disperazione da parte dei lavoratori si è manifestata pochi giorni fa davanti a Palazzo San Giacomo contro l’esercizio di un mobbing gratuito e contro l’incubo di vivere quotidianamente l’esperienza di poter perdere il posto di lavoro. Dai piani alti manca la consapevolezza di avere di fronte delle storie di vita, operatori/ operatrici soli/sole o con famiglia che hanno la necessità di lavorare e di offrire all’altro, bisognoso di cure, le proprie competenze. Dall’altra parte, ci sono gli utenti che manifestano le difficoltà emotive e relazionali esperite nei confronti di chi gli ha tolto un’assistenza quotidiana e ormai familiare.
La cooperativa CORI sta già provvedendo ad inviare nuovi operatori presso gli utenti che categoricamente rifiutano il nuovo servizio. L’assessore al Welfare Roberta Gaeta, ha dichiarato che farà il possibile pur di ripristinare una situazione di equilibrio fondata sulla legalità e sulla promozione del sociale come realtà che dev’essere sostenuta e tutelata quotidianamente. Il diritto al lavoro dev’essere garantito a tutti, senza esclusione alla cui base non vi è alcun fondamento.
Questa è discriminazione, questo significa ledere dignità e speranza propri di quei lavoratori che lottano ogni giorno per arrivare a fine mese.