Il Primo Maggio è una data carica di significato in molte parti del mondo, in particolare nei Paesi che celebrano la Giornata Internazionale dei Lavoratori. Il Primo Maggio è diventato simbolo della lotta dei lavoratori per ottenere migliori condizioni di lavoro, inclusi salari equi, ore ridotte e sicurezza sul posto di lavoro.
Uno degli aspetti cruciali del Primo Maggio è il suo ruolo nel promuovere la solidarietà tra i lavoratori di diverse categorie e settori. Questa giornata offre l’opportunità per i lavoratori di unirsi e sostenersi a vicenda nella lotta per i propri diritti, indipendentemente dalla loro occupazione o dal settore in cui operano. La solidarietà tra i lavoratori è essenziale per affrontare le disuguaglianze e le ingiustizie nel mondo del lavoro e per promuovere un ambiente di lavoro equo e inclusivo per tutti.
Inoltre, il Primo Maggio è un momento per riflettere sui progressi compiuti nel campo dei diritti dei lavoratori e per rinnovare l’impegno per affrontare le sfide future. Anche se molte conquiste sono avvenute nel corso degli anni, ci sono ancora molte questioni irrisolte e nuove sfide da affrontare, come la crescente precarietà del lavoro, la disparità di genere e l’automazione.
Il decreto 1 Maggio
Il governo italiano, quello di Giorgia Meloni, ha invece deciso di far riportare la nomenclatura propria di questa giornata ad un decreto legislativo. Un provvedimento contenente misure varie sul lavoro che, però, ben poco hanno a che vedere con le problematiche sopra riportate. Una serie di misure che ricordate come quelle del decreto dei cento euro.
Sì, perchè la misura più importante del decreto è quella che assegna, ai lavoratori dipendenti con reddito sotto i 28.000 euro circa annui, un una tantum dell’ammontare di ben 100 euro lordi. Somma corrisposta in busta paga – previa richiesta del lavoratore al datore di lavoro – a gennaio 2025 elisa della corrispondente aliquota del 23%. Come specificato dal governo.
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