Il gladiatore e la rusalka, è un libro unico nel suo genere, un’antologia figlia di un lavoro lungo e certosino che per la prima volta analizza una raccolta di poesie russe dell’800 dedicate alla città Roma. Il libro, edito da Lithos e curato dalla professoressa Rita Giuliani e Paola Buoncristiano, colma un vuoto importante in letteratura perché, attraverso l’analisi di 76 liriche di poeti russi, analizza l’immagine che questi autori avevano della città eterna. La Russia è sempre stata legata alla città di Roma da un rapporto altalenante di entusiastico afflato e deluso grigiore che non è mai stato indagato in relazione alla poesia. L’antologia, con testo a fronte, ha anche il pregio di includere alcune liriche di poeti minori mai tradotti prima.
Al rapporto tra Roma e la Russia si è dedicata per anni la professoressa Rita Giuliani, ordinario di Lingua e Letteratura Russa alla Sapienza di Roma, che in questa intervista ci racconta più nel dettaglio le caratteristiche salienti di questo splendido lavoro di squadra:
Buongiorno professoressa Giuliani, ci spiega perché ha scelto proprio queste due figure, il gladiatore e la rusalka, per intitolare la sua antologia?
Ho scelto questo titolo perché il gladiatore e la rusalka mi sono sembrati entrambi simboli specifici di due culture diverse. Il gladiatore romano è, ovviamente, solamente romano, mentre la rusalka è una creatura delle acque che è tipica del folklore slavo. Inoltre, in una delle poesie che ho tradotto con tanto piacere e che si chiama “la statua”, c’è proprio l’incontro tra la statua di un gladiatore e una rusalka che vive in un lago. Nella poesia si racconta di questa rusalka che esce dall’acqua, vede la statua del gladiatore e se ne innamora. Ma il gladiatore non corrisponde il sentimento della rusalka, e allora lei, affranta per questo amore non corrisposto, se ne ritorna in acqua.
Com’è nata l’idea di questo libro e quali sono le sue peculiarità?
L’idea è nata tanti anni fa. Sono circa vent’anni che mi occupo del rapporto tra la città di Roma e la Russia e, specialmente leggendo i volumi dedicati alla letteratura di viaggio, ai grandi viaggiatori stranieri presenti a Roma, notavo come la cultura russa fosse praticamente emarginata. Allora, ho deciso di far conoscere al pubblico dei lettori italiani questa realtà sconosciuta che comprende una “massa” di amanti di Roma di nazionalità e di cultura russa (realtà peraltro, presentata anche nel libro “ Roma Russa” ed. Simone Teti). Inoltre, mi aveva colpito il fatto che, mentre in Russia ci sono tante antologie dedicate agli aspetti più vari della cultura, i russi stessi non avevano mai fatto un’ antologia su Roma nella poesia russa.
Premesso che la poesia russa è stata tradotta poco, una peculiarità del libro è anche l’inserimento di schede biografiche di tutti gli autori antologizzati e di tutte le traduzioni italiane fatte delle loro opere poetiche. E’ una fonte molto importante di informazioni.
Per quanto riguarda il periodo storico invece, mi sono fermata all’800 innanzitutto perché la ricerca è durata anni (non è stato facile trovare le poesie) e poi perché con l’800 non avremmo avuto problemi con i diritti d’autore e di traduzione.
In sintesi, la mia scelta è nata dal desiderio di fare conoscere al pubblico italiano questo tesoro letterario anche molto affascinante, perché l’immagine di Roma cambia non solo da autore ad autore, ma anche da generazione a generazione.
Nel “il gladiatore e la rusalka” sono presenti alcune liriche mai tradotte. A quali autori fanno riferimento?
Queste liriche sono di autori minori che hanno scritto delle cose per me molto interessanti proprio perché rientrano nel perimetro di indagine dei rapporti Roma-Russia. Questi autori li ho scelti perché hanno scritto delle cose importanti dal punto di vista ideologico in quanto avevano una loro visione ideologico-politica su Roma che ho voluto far emergere. Inoltre, proprio perchè, come dicevo prima, non è stata tradotta tanta poesia, l’Antologia riporta anche alcune poesie mai tradotte e che fanno riferimento a poeti russi importanti.
Quanto tempo ha richiesto la realizzazione del “il gladiatore e la rusalka” e qual ’è stata la parte più bella del lavoro?
Beh, la ricerca del materiale è durata circa dieci anni. La parte più bella è stata la traduzione, perché tradurre poesia è il top della difficoltà. Ho organizzato un gruppo di lavoro composto da colleghi più giovani, da dottorandi e da un neo laureato. Facevamo delle riunioni in cui molto democraticamente venivano discusse e analizzate tutte le traduzioni, e questa è stata per me un’esperienza molto interessante.
Sta lavorando su qualche altro progetto che mette in relazione l’Italia e la Russia?
Sì, sto lavorando ad un progetto grandissimo. Nel 2019 uscirà da Adelphi il libro più bello che sia mai stato scritto in Russia e che riguarda l’Italia. Il libro è stato scritto da uno scrittore che si chiamava Pavel Muratov e che si intitola Immagini dell’Italia . E’ stato scritto un secolo fa e non era mai stato tradotto, perché molto lungo. Sarà una sorpresa per il pubblico italiano perché è un libro bellissimo.
Ringraziamo la professoressa Rita Giuliani per l’intervista sul “il gladiatore e la rusalka” e concludiamo dicendo che siamo certi che Immagini dell’Italia sarà un libro bellissimo anche perché, testi di questo genere (così come “Roma Russa”ed. Simone Teti), ci regalano il privilegio di conoscere un’altra Roma, quella cioè osservata da personaggi che hanno vissuto la città eterna nell’800, una città con pregi e difetti, allora come oggi, e che sarebbe davvero interessante scoprire!