Quella del gioco d’azzardo patologico è una realtà sempre più diffusa, non solo tra gli adulti ma anche tra i giovani. Si cercano nuovi stimoli, ci si sente irresistibilmente attratti dalla possibilità di vincita e, con il passare del tempo, si sprofonda nel baratro della dipendenza.
Ovviamente non tutte le persone che giocano diventano ludopatiche: vi sono alcuni fattori che contribuiscono ad aumentare il rischio. Tali cause sono di varia natura, tanto psicologiche quanto ambientali e anche neurologiche. Di seguito le analizzeremo per fare un po’ di chiarezza sull’argomento.
Non è facile uscire da questo tunnel, anche perché – come tutte le dipendenze – la ludopatia si caratterizza per il cosiddetto meccanismo della ricompensa. Chi è affetto da questa malattia trova gratificazione soltanto nel poker, nelle slot-machines ecc., e quando non può giocare va incontro ai sintomi del craving. E man mano che si perde denaro, si persevera in questa attività nella speranza di recuperare le cifre con gli interessi.
Chiedere aiuto, in simili circostanze, è necessario. Ma perché è così difficile tenere sotto controllo la situazione? Scopriamolo insieme.
1. L’impulsività
Il primo elemento che dobbiamo prendere in considerazione è l’impulsività del soggetto: la tendenza ad agire senza riflettere, a mettere in atto comportamenti precipitosi e involontari. Questo atteggiamento è tra i maggiori fattori psicologici che possono dare origine alla dipendenza da gioco d’azzardo, dato che gli individui impulsivi spesso non pensano alle conseguenze.
2. Il risk taking behavior
Con questa espressione ci riferiamo a una vera e propria propensione al pericolo: è la stessa inclinazione di chi si dedica agli sport estremi, e in generale di chi trae piacere dal brivido dell’ignoto. Coloro che hanno questa predisposizione potrebbero cadere vittima della ludopatia, poiché amano sperimentare sensazioni di incertezza.
3. Sensation seeking: il desiderio di emozioni forti
Il gioco d’azzardo patologico trova terreno fertile nelle persone che vogliono vivere esperienze stimolanti. Chi mette in palio i propri soldi, o qualunque altro premio, non sa mai fino alla fine se perderà o vincerà la partita. Questo tratto è ancora più rischioso se si accompagna all’alessitimia, ovvero l’incapacità di comunicare ciò che si prova.
4. Il fattore neurobiologico e genetico
I ludopatici non di rado sono contraddistinti da un’alterazione genetica dei sistemi neurotrasmettitoriali.
Il nostro organismo produce naturalmente una serie di sostanze: tra queste ricordiamo la serotonina, o “ormone del buonumore”, che coordina l’inibizione, e la dopamina, legata al meccanismo della ricompensa che abbiamo nominato poco prima. Non meno importante è la noradrenalina, responsabile della ricerca del pericolo e dell’eccitazione psicofisica.
Molti soggetti colpiti dal gioco d’azzardo patologico presentano irregolarità da questo punto di vista: le loro funzioni biologiche, cioè, non riescono a “disciplinare” l’attività di questi neurotrasmettitori. Ciò spesso dipende dall’ereditarietà, come testimoniano le analisi recenti e numerosi studi scientifici.
5. Il fattore ambientale
La ludopatia può essere causata, o meglio favorita, anche dall’elemento socio-ambientale. Cosa vuol dire esattamente?
Stiamo parlando di tutti quegli impulsi connessi all’esterno e al contesto in cui viviamo: ad esempio il bisogno di sentirsi integrati in un gruppo, una situazione difficile in famiglia da cui si desidera fuggire, un eccesso di tempo libero che spinge a opporsi alla noia e al “vuoto”. Il problema è quando tali circostanze si sposano con una fragilità psicologica di base, cosa che porta a cercare conforto nel gioco.
Il Centro San Nicola per la cura delle dipendenze
La ludopatia, dunque, è una forma di dipendenza, proprio come quella dall’alcool e dalle droghe. Se si cade nella spirale è indispensabile chiedere il supporto di uno specialista o di un team di professionisti: ad Arcevia, in provincia di Ancona, è famoso il Centro San Nicola come fiore all’occhiello di questo settore.
L’equipe della struttura si serve di diverse metodologie, come la terapia cognitivo-comportamentale e il counselling motivazionale, per condurre i pazienti verso la guarigione. Il San Nicola è celebre in Italia e anche all’estero: non poche persone, infatti, vi giungono dal Regno Unito, dall’Olanda e addirittura dagli Stati Uniti.
Chi sceglie di rivolgersi a questo centro di recupero può beneficiare di un percorso su misura, elaborato a seconda delle singole esigenze. Ciò vale tanto per i ludopatici quanto per gli alcolisti e coloro che sono dipendenti da droghe, internet e videogames.