I personaggi cechoviani sembrano feriti a morte da un’armonia perduta, incapaci di uscire dalla dimensione del gioco, del piacere infantile, rifiutandosi di entrare nella realtà razionale. Il Giardino, che fa da parabola all’intera vicenda, è un grande mistero perchè se da un lato porta quasi a raggiungere alla perfezione l’affresco naturalista dall’altro contiene elementi assolutamente simbolici, come la stanza dei bambini, il fragore degli alberi abbattuti che accompagna il finale. Ci sono infatti spazi di sopsensione, di trasfigurazione poetica che lasciano intravedere gli squarci di decadenza, di dolore, che si creano sotto il chiacchiericcio apparentemente vacuo e frivolo della commedia.
Mentre il biancore della scena di Maurizio Balò sta tra le case a calce tipiche del paesaggio mediterraneo e una casa di marzapane delle fiabe. I personaggi sono i nobili Ljuba (Gaia Aprea) , Gaev (Paolo Serra), Piscick (Alfonso Postiglione) che sono dei bambini non cresciuti che considerano un’assurdità lo scorrere del tempo, che non si sono adattati allo scorrere del tempo, che non vogliono lasciare la loro stanza dei giochi, la loro inguaribile fanciullezza.
Tra realismo e trasfigurazione poetica si inseriscono le luci di Gigi Saccomandi e i costumi di Maurizio MIllenotti, così come le musiche composte da Ran Bagno e le coreografie di Noa Wertheim. La bellezza di questa favola triste si nasconde nel desiderio di speranza accompagnato a quello della rinascita che traspare in chiusura con la vendita del giardino dei ciliegi e quindi della stanza dei giochi così tanto amata dai nobili.
L’invito è quello di andare a teatro per gustarvi lo spettacolo che sarà dal 6/11 gennaio 2015 al Teatro della Corte di Genova, poi dal 13/ 25 gennaio 2015 al Teatro Eliseo di Roma per poi terminare la Tournèe al Teatro Morlocchi di Perugia dal 28 gennaio al 1 febbraio 2015.