Presentati i risultati del progetto “Il Gelato delle Regioni” con cui ha portato l’eccellenza della gelateria artigianale italiana a Padiglione Italia nei sei mesi di Expo Milano 2015.
Cominciando dal lato più dolce di Expo, durante i 184 giorni di apertura Rigoletto Gelato e Cioccolato ha servito ai visitatori oltre 48 tonnellate di gelato artigianale, prodotto quotidianamente nei laboratori di Milano, per un totale di oltre 400mila tra coni e coppette. I nuovi gusti dedicati alle eccellenze del territorio sono quelli che hanno riscontrato il maggior successo. Infatti, ai primi tre posti delle preferenze si trovano il Cioccolato di Modica, il Pistacchio di Bronte e la Nocciola IGP del Piemonte. Complessivamente, i gusti presentati a rotazione sono stati trentasei, da quelli più classici realizzati con materie prime di eccellenza a quelli più originali come gorgonzola e zenzero, 5 qualità diverse di birra, zafferano, guanabana, guayaba, maracuja, naranjilla e tomate de àrbol, fino alla bruschetta tricolore con gelato al pesto, lardo di colonnata e pomodori secchi.
Oltre che un’eccezionale vetrina per presentare il vero gelato artigianale italiano a visitatori di ogni parte del mondo, Expo 2015 è stata anche un’occasione per fare sistema con gli altri partner di Padiglione Italia e incontrare delegazioni istituzionali e commerciali per portare all’estero quello che a livello mondiale è uno dei prodotti italiani più riconoscibili
Expo 2015 è stata anche una grande sfida in termini organizzativi, per gestire un’attività di produzione e logistica estremamente complessa.
Eccovi ora l’ intervista con Antonio Morgese, mastro gelatiere e amministratore delegato di Rigoletto Gelato e Cioccolato.
Dopo sei mesi di Expo 2015, qual è il bilancio di Rigoletto Gelato e Cioccolato su questa esperienza?
I numeri possono aiutare a raccontare questa avventura umana e imprenditoriale, ma fare un bilancio della nostra partecipazione a Expo limitandoci a questo sarebbe riduttivo e non renderebbe il quadro completo di questa straordinaria esperienza. Per una piccola azienda come la nostra ci sono altre valutazioni che sono più importanti. Ad esempio il know-how che abbiamo acquisito. Grazie a Expo in sei mesi abbiamo realizzato il percorso di crescita che normalmente un’azienda compie in cinque anni. Quando parlo di know-how mi riferisco, per esempio, ad aspetti come la logistica e la gestione del personale, che fino a oggi in Rigoletto erano un tema marginale e che invece dal 1 maggio al 31 ottobre è
diventato essenziale.
Penso anche alla collaborazione con aziende come Birrificio Angelo Poretti, Coppini Arte Olearia e Farine Varvello, solo per citare le principali. Questa è stata senza dubbio un’altra grande esperienza di Expo. Insieme a questi e altri partner abbiamo realizzato eventi sia presso la nostra area sia presso altri padiglioni e aree espositive. Per noi è stata l’opportunità di mettere alla prova con successo la nostra professionalità, caratteristica di una piccola media impresa, ma anche di accumulare esperienze che nel futuro potremo mettere a frutto nelle attività legate agli eventi.
Expo ha avuto una partenza un po’ in sordina, per poi guadagnare inerzia fino a un ultimo periodo a dir poco convulso. Dal vostro punto di vista Expo ha mantenuto le promesse?
Più che di promesse io parlerei di aspettative. C’erano delle stime, anche molto diverse, circa il numero di visitatori o i fatturati realizzabili, ma nessuno ci aveva promesso nulla. Io ricordo il clima di diffidenza, a volte al limite del disfattismo, che c’era intorno a Expo fino al primo maggio e anche durante i primi due mesi. Noi invece ci abbiamo creduto. E lo abbiamo fatto fino dal 14 ottobre del 2014, quando abbiamo risposto al bando di gara.
La nostra principale aspettativa era trovare un’opportunità che consentisse a Rigoletto di essere riconosciuta come un’eccellenza italiana. E rappresentare il Gelato di Padiglione Italia a Expo ci ha sicuramente fatto raggiungere questo bbiettivo. Avevamo poi in animo di confrontarci con realtà diverse, più grandi e più importanti di noi, per imparare e portare a casa quel bagaglio di esperienze a cui mi riferivo prima. E anche questo è un obbiettivo raggiunto. Infine le aspettative di pubblico. Ciò che volevamo più di ogni altra cosa era soddisfare i visitatori. Offrire un prodotto di eccellenza in maniera veloce ed efficiente, senza tralasciare servizio e cortesia. Chi di voi è stato a Expo ha visto il contesto e i flussi di persone con cui abbiamo lavorato, per cui per noi è motivo di grande orgoglio poter dire che anche questo è un obbiettivo raggiunto.
Se guardiamo al tema principale di Expo – “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita” – il ruolo che vi eravate ritagliati era quello di ambasciatori del gelato artigianale Italiano. Pensate di essere riusciti in questa missione?
Se abbiamo avuto una certezza assoluta fin dal primo giorno era proprio questa. Rigoletto ha sempre cercato di produrre e vendere l’autentico gelato artigianale, e il Gelato delle Regioni era la sua naturale conseguenza. Con questo progetto pensiamo di essere riusciti a offrire un viaggio attraverso le eccellenze agro-gastronomiche delle regioni italiane, interpretando questa materia prima attraverso l’arte del gelato italiano. Penso che l’apprezzamento dimostrato sia dai visitatori sia dagli operatori e dai media sia stato sincero.
Per il dopo Expo, quale è l’eredità principale che rimane a Rigoletto Gelato e Cioccolato di questa esperienza?
Se possibile più di prima vogliamo crescere e diffondere la cultura del buon gelato artigianale. Il primo progetto parte proprio da Expo e dal recupero della struttura utilizzata. Circa un mese fa abbiamo presentato al Comune di Milano un progetto che prevede il reimpiego della struttura per un nuovo punto vendita che costituisca anche un modo diverso di fare impresa. Non solo business e profitto, ma anche finalità sociale. Seguendo il concetto di sostenibilità abbiamo avanzato la nostra richiesta prevedendo di destinare il 20% del fatturato di questo nuovo punto vendita al Comune perché lo impieghi in attività sociali. Subito dopo penseremo all’allestimento di un nuovo laboratorio di produzione per fare fronte alle collaborazioni commerciali che abbiamo sviluppato in questi mesi, nuovi spazi per i corsi di gelateria destinati a chi si è fatto ispirare dal Gelato delle regioni, mentre ci prepariamo a portare Rigoletto anche all’estero.