La storia è ambientata a Venezia, località molto cara all’autore e destinazione prediletta di molti suoi viaggi, che ne ha rappresentato lo scenario privilegiato in più di un racconto (primo tra tutti, La morte a Venezia, 1913 ), e si basa su un dialogo tra l’autore ed un personaggio sconosciuto. Dal principio della narrazione la trama si sviluppa in prima persona ed è presentata al lettore come un curioso avvenimento facente parte del vissuto dello scrittore
Questa settimana “il Galantuomo” ospita il racconto di uno tra gli scrittori più illustri della letteratura mondiale di ogni tempo: Thomas Mann. L’accostamento di un nome così altisonante alla nostra rubrica ci obbliga ad assumere un atteggiamento di doverosa reverenza nei confronti di una personalità artistica ineguagliabile nel pensiero, prima ancora che nella scrittura, ed è per questo che, principalmente in questa occasione, portiamo all’attenzione del lettore il racconto “Delusione” (Enttäuschung, 1896), unicamente come un invito alla lettura e non anche come una interpretazione critica del contenuto. Un attività di questo tipo, di certo, susciterebbe un po’ di imbarazzo in chiunque. Il racconto è inserito in “Cane e padrone e altri racconti” (Torino, Einaudi 1980), ed è stato oggetto della nostra scelta per due ragioni principali: la lunghezza (circa quattro pagine) e la tematica. Nonostante la brevità del racconto, infatti, è stupefacente constatare come, un seppur giovanissimo Thomas Mann, abbia saputo trattare, con una tecnica stilistica unica per talento e profondità , un argomento che si avvicini così delicatamente all’animo umano, rivelandone alcuni turbamenti in maniera diretta ed essenziale, e per questo reale. La storia è ambientata a Venezia, località molto cara all’autore e destinazione prediletta di molti suoi viaggi, che ne ha rappresentato lo scenario privilegiato in più di un racconto (primo tra tutti, La morte a Venezia, 1913 ), e si basa su un dialogo tra l’autore ed un personaggio sconosciuto. Dal principio della narrazione la trama si sviluppa in prima persona ed è presentata al lettore come un curioso avvenimento facente parte del vissuto dello scrittore. In piazza San Marco, in un pomeriggio autunnale, un visitatore prende posto di fianco al narratore iniziando, così, una profonda riflessione sulla vita ed i suoi avvenimenti che, secondo la sua esperienza, viene giudicata deludente. L’aspetto grottesco, con cui viene descritto questo personaggio, si confonde magistralmente con la drammaticità della sua condizione, emergendo gradualmente nel ritmo del dialogo, che diviene sempre più incalzante, fino ad esaurirsi, quasi bruscamente, in uno stato di irrisolutezza. Nel 1929 Thomas Mann fu insignito del prestigioso premio Nobel alla letteratura, un riconoscimento giusto, oltre che doveroso, in considerazione della sua ampia attività letteraria che in termini qualitativi ne evidenzia una levatura morale e spirituale, letteralmente, straordinaria. Per coloro che non si fossero ancora avvicinati a questo autore, proponiamo quindi di iniziare da questo racconto per poi cimentarsi nella lettura di capolavori assoluti quali i buddenbrook (1901) e il Doctor Faust (1947), consapevoli che una simile esperienza rappresenti più un’opportunità di crescita che una semplice lettura di intrattenimento, e che nel panorama letterario mondiale Thomas Mann sia da guardare oltre che con ammirazione anche con una dovuta riconoscenza.
Antonio Vetrano