Che fumare fosse nocivo per le future mamme era cosa nota da tempo, a non essere ancora chiari erano invece gli effetti del fumo passivo su chi non dipende dalle bionde ma ha costantemente vicino persone, parenti, conoscenti o amici che siano, che alle sigarette non riescono a rinunciare nemmeno per rispettare la salute altrui.
A far luce sui danni da fumo passivo sulla fertilità femminile è un recente studio americano condotto da un team di ricercatori guidati da Danielle Smith del Roswell Park Cancer Institute a Buffalo (Usa) e pubblicato sulla rivista Tobacco Control. A quanto risulta dai dati raccolti dagli studiosi su un campione di 93,676 donne partecipanti non fumatrici, essere esposte a fumo passivo comporta un aumento del rischio di aborti spontanei e infertilità pari al 68%.
Il danno causato dal fumo alle ovaie è stato provato scientificamente da questo studio ed è dipendente dal numero di anni di dipendenza al fumo. Anche perchè la nicotina ed altri metalli pesanti presenti nel fumo, come il cadmio, interferiscono con la capacità delle cellule ovariche a produrre estrogeni e aumentano il numero di ovociti aneuploidi. Secondo lo studio inoltre le donne che fumano vanno in menopausa prima delle non fumatrici (circa 2 anni prima).
Nelle coppie che si sottopongono a cicli di fecondazione in vitro e la donna fuma e’ diminuito il numero di ovociti che si recuperano e la percentuale di gravidanze mentre é aumentato il numero di aborti. Smettere di fumare almeno due mesi prime di un ciclo di fecondazione in vitro aumenta in modo statisticamente significativo le possibilitàdi un concepimento. Inoltre Il fumo danneggia gli spermatozoi.
Gli spermatozoi prodotti sono di meno e soprattutto sono meno vitali e tra di essi aumenta la percentuale di spermatozoi con anomalie genetiche. La cattiva qualità degli spermatozoi porta ad una riduzione dei concepimenti e ad un aumento del numero di aborti spontanei. Quante più sigarette si fumano, tanto più diminuiscono gli spermatozoi (nei forti fumatori il calo è del 22%) e cresce il rischio di danni al DNA.
Il fumo sembra incidere anche sulla capacità fecondativa in sé dello spermatozoo. Questo spiegherebbe la scarsa fertilità riscontrata in fumatori che pure hanno per altri versi un liquido seminale normale, cioè con valori che, se pure diminuiti, restano nei limiti della media. Quest’ultimo dato però è particolarmente difficile da valutare in modo oggettivo.La nicotina e i suoi metaboliti possono determinare un’insufficienza funzionale del corpo luteo, che con ogni probabiltà rappresenta uno dei meccanismi con cui il fumo di sigaretta causa infertilità e abortività.
La nicotina e la N-metil nicotina (metabolita metilato) riducono la funzionalità del corpo luteo umano, fondamentale nelle prime fasi della gravidanza. Le componenti del fumo di sigaretta riducono nelle cellule luteali il rilascio di progesterone (ormone fondamentale per la preparazione dell’endometrio all’annidamento dell’embrione e per il sostegno della gravidanza iniziale).L’interferenza della nicotina e del suo metabolita metilato altera la sintesi di prostaglandine, sostanze coinvolte nella regolazione della durata di vita del corpo luteo causandone una regressione.
Per subire danni e compromettere le possibilità di un concepimento che vada a buon fine è sufficiente un’esposizione al fumo passivo di sei o più ore al giorno. Ben il 40% delle donne esaminate che erano a contatto con fumatori per molte ore al giorno ha avuto problemi di fertilità e/o uno o più aborti spontanei. Sono percentuali di rischio molto alte che fanno riflettere e forse anche tirare un sospiro di sollievo per esserci liberati dal fumo passivo, almeno nei luoghi pubblici dove è proibito dalla legge.
Tuttavia, le probabilità di subire conseguenze dal vizio altrui restano negli ambienti familiari e tra le mura domestiche. Serate tra amici in cui le stanze impregnate di fumo, o ancora genitori fumatori che continuano ad accendersi sigarette anche in presenza dei figli, sono le classiche situazioni a rischio. Sembra, infatti, che si registrino problemi di infertilità anche se l’esposizione al fumo passivo è avvenuta nella prima infanzia.