Vedere il fratello di Maradona candidato alle elezioni comunali di Napoli con Maresca fa nascere un certo disorientamento, questo è indubitabile e non tanto per la cosa in se visto che ognuno ha la libertà di avere qualsiasi affiliazione politica creda opportuna per se stesso è l’accostamento del cognome Maradona con la destra che stride come rumore di unghie sui vetri.
Diego Armando Maradona
Io sono sinistro, tutto sinistro: di piede, di fede, di cervello.
Il palese afflato di Diego con idee di sinistra, il suo tatuaggio del ‘Che’ il rapporto di filiazione/fratellanza con Fidel ed il suo partecipare convinto a tante manifestazioni contro l’Imperialismo americano ed inglese, dimentichiamo come nacque la ‘Mano de Dios’?
Quel viaggio nel “Treno dell’ Alba” che lo portò a Mar del Plata in compagnia dei leader politici latino americani dell’epoca, da Chavez al presidente indio Evo Morale, resta iconico.
Con Maradona sul treno anti-Usa
da La Repubblica del 11/05/2005
«Vado a Mar del Plata perché Bush è un assassino, è mondezza». Ma se potessi incontrarlo che cosa gli diresti? «Niente, non parlo con gli assassini». Diego ti vuoi mettere in politica? Vuoi presentarti alle elezioni? Lo incalzano. «No, ho fatto una promessa e la sto rispettando. Bush non è il benvenuto in Argentina». Maradona ha una maglietta nera con un esagono rosso e la faccia del presidente americano. «Stop Bush», c’ è scritto, con la “S” a forma di svastica. Un ragazzo si avvicina con la maglietta numero 10 della Nazionale argentina.
Il fratello di Maradona e la destra
Quando si dice Maradona l’associazione mentale va a chi in Italia capì subito che il Napoli avrebbe dovuto lottare contro tutti e contro tutti come squadra del sud che veniva accolta negli stadi del nord al grido “Colera, Colera” o con il famoso canto intonato anche da un certo Matteo Salvini in tutta allegria.
Adesso invece quel cognome saremo costretti ad accostarlo proprio alla Lega che è uno dei grandi elettori del candidato sindaco in pectore e magistrato in aspettativa Catello Maresca che ha avuto l’idea balzana di candidare il fratello di Maradona capolista alle prossime elezioni di ottobre?
E’ chiaro che in ‘politica’, specie se elettorale, tutto è possibile e tutto si può pensare di fare ma alla decenza bisognerebbe imporre un limite. La manovra che vorrebbe, ovviamente, catalizzare l’attenzione del pubblico elettore sul cognome che tanto è caro ai napoletani sa di patetico e anche di poco rispetto nei confronti del popolo dei tifosi partenopei per non parlare della memoria del grande D10S che un po’ di capriole nella tomba le starà facendo al verificarsi di questa notizia.
Il fratello di Maradona è un passepartout?
Il cognome Maradona è un passepartout, il jolly da giocarsi per attirare gli allocchi che accecati dal tifo acriticamente appongono la fatidica croce e scrivono l’agognato cognome sulla scheda elettorale nelle loro preferenze?
Una scelta scellerata e populista quella della destra napoletana che fonda sulla memoria corta dei napoletani? Noi il giudizio che diamo è un giudizio che avremmo dato allo stesso identico modo anche se la candidatura fosse stata a sinistra (anche se maggiormente plausibile per le motivazione esposte più sopra).
L’endorsement di Diego jr. per il candidato Pd Manfredi, anche se fatta solo per bilanciare l’altra, fa storcere il naso ugualmente anche se bisogna riconoscere che sia meno spudorata e più bilanciata. Giocare con i fanti e lasciare stare i santi sarebbe un adagio che non bisognerebbe mai dimenticare
Noi non possiamo che concludere con l’esortazione: “D10S perdona loro che non sanno quello che fanno…”