Si è tenuto presso l’università di Bergamo il Forum delle prospettive economiche, politiche e sociali. Il Forum, organizzato dall’associazione Rete MMT e dall’associazione studentesca JEBG, svoltosi all’Università di Bergamo, ha ottenuto ampi consensi di pubblico, ed a dare l’idea della riuscita dell’iniziativa non è stata solo la sala piena e attenta per quasi quattro ore di fila, ma soprattutto la qualità e la concretezza della discussione. L’evento ha fatto discutere politici, giornalisti e mondo dell’impresa intorno alla necessità che l’Italia si doti di un Piano B nel confronto politico con le istituzioni europee, con il coordinamento del giornalista Angelo Mincuzzi deIl Sole 24 Ore che ha gestito in maniera ordinata ma coinvolgente tutti gli interventi. Warren Moslercapo economista della scuola economica della Modern Money Theory ha illustrato i cinque punti del Piano B la strategia economica e politica di ripudio dalle politiche di austerità dell’Eurozona, causa della deflazione:
- Tassare e spendere in nuova lira
- Non effettuare alcuna conversione forzosa dei depositi da euro in nuova lira al fine di sostenere il cambio della nuova lira
- Assicurazione totale dei depostiti bancari in nuova lira
- Una politica permanente di tassi di interesse allo 0% priva di rischi
- La nuova Banca Centrale italiana offre un lavoro di transizione a tempo pieno a chiunque sia disponibile e in grado di lavorare
Il prof. Stefano Lucarelli dell’Università di Bergamo ha ripreso il concetto di “Stato architetto del futuro” dell’economista francese Alain Parguez: “La Banca Centrale deve garantire politiche di deficit spending e lo Stato deve riprendere il ruolo di attivatore e guida della crescita del sistema economico nei settori produttivi strategici”. Alfredo D’Attorre, parlamentare di Sinistra Italiana, ha dato merito alla MMT di aver ridato importanza al ruolo della politica economica pubblica riportando al centro del dibattito il tema della piena occupazione. “In questi anni c’è stata una lotta di classe al contrario: la rendita finanziaria contro i lavoratori. L’euro ha tutelato la guerra della rendita contro il lavoro.
Il Piano B è indispensabile”. D’Attorre ha ribadito che le scelte economiche devono essere orientate al lavoro, tutelato dalla Costituzione, e non al reddito garantito, che rischia di rappresentare uno strumento per il mantenimento della deflazione salariale. Marco Zanni, europarlamentare del M5S ha ricordato come il pensiero liberista sia insito al progetto europeo, già prima della nascita dell’euro. “Non è solo una questione tecnica ma anche di deficit democraticonei processi decisionali delle istituzioni europee. Per esempio l’Eurogruppo si muove senza un sistema normato” Daniele Basciu responsabile scientifico di Rete MMT ha spiegato come in economia non esistano eventi imprevedibili. La MMT spiega come si tratta sempre di eventi spiegabili e causati da determinate dinamiche come nel caso della recessione dell’eurozona. La politica economica di riduzione del deficit dei bilanci degli Stati è la causa della diminuzione dell’aspettativa di vita.
Quando si taglia la spesa pubblica sanitaria si peggiorano le condizioni di vita dei cittadini. Paolo Agnelli, noto imprenditore manifatturiero e Presidente di Confimi associazione di categoria delle piccole media imprese è partito dai dati drammatici sulla crisi della piccola media impresa (fallimenti, chiusure, perdita di capacità produttiva) per arrivare a parlare di uno dei risultati “prima hanno indebolito le aziende italiane e dopo le hanno comprate”.
L’intervento di Carlo Clericetti, giornalista di La Repubblica, ha toccato un tema di grande attualità nell’ultimo periodo “si parla ora di necessità di helicopter money ma attenzione: i liberisti che ne parlano lo pensano in una versione liberista dove lo Stato non avrebbe alcun potere di decidere e progettare gli interventi pubblici e le finalità. Dovrebbe essere gestito dai soli tecnici” .
L’ultimo intervento del Forum è stato quello della prof. ssa Anna Maria Grazia Variato docente dell’Università di Bergamo ha ricordato gli insegnamenti dell’economista eterodosso Hyman P.Minsky che già a partire da metà del secolo scorso aveva spiegato la connaturata instabilità del capitalismo moderno concludendo il Forum con una riflessione che ha strappato un lunghissimo minuto di applausi “lo Stato di Minsky era uno Stato grande, in termini di visione e obiettivi” quello che oggi le politiche di austerità dell’Eurozona vogliono offuscare.