Lo spettacolo “Il filo rosso di Prometeo” è il prodotto del laboratorio di teatro classico tenuto dall’attore e regista Ettore Nigro, durante lo scorso anno scolastico, con gli allievi del liceo ginnasio statale Jacopo Sannazaro di Napoli, coadiuvato dalla tutor Filomena Paola Fiorenzano, docente di latino e greco presso lo stesso Istituto. Il laboratorio, svoltosi negli spazi del Liceo, era uno dei cinque moduli del progetto “Colmiamo il ritardo” (codice 10.1.1A-FSEPON-CA –2017-714).
Dopo aver debuttato a giugno scorso sulla terrazza della Certosa di San Martino, Il filo rosso di Prometeo – riscrittura drammaturgica e scenica delle tragedie di Eschilo (la trilogia dell’Orestea, composta dalle tragedie Agamennone, Le Coefore, Le Eumenidi, e il Prometeo incatenato) – va in scena sabato 9 e domenica 10 febbraio 2019 al Teatro Bolivar, nel cuore del quartiere Materdei di Napoli (sabato ore 21 e domenica ore 18).
La scelta di portare in scena, fuori dall’ambito esclusivamente scolastico, l’allestimento “Il filo rosso di Prometeo” nasce dalla volontà di contribuire alla divulgazione della cultura classica e di renderla, anzi, più viva che mai.
Giungono a tal proposito i moniti del filologo, latinista e antropologo Maurizio Bettini che, nel libro A che servono i Greci e i Romani? (Einaudi, 2017) scrive: «Se non leggeremo più l’Eneide perderemo il contatto non solo con il mondo romano, ma anche con ciò che è venuto dopo. Perdere Virgilio significa perdere anche Dante e così via. Un cambiamento radicale di enciclopedia culturale somiglia infatti a un cambiamento di alfabeto». Non ci sarebbe Shakespeare senza Eschilo o Seneca, né Einstein senza Pitagora, questo a dimostrazione del fatto che la classicità non vuole verbi al passato, perché il mondo greco e quello latino fanno intrinsecamente parte della nostra natura. Urge allora individuare nuove strade per insegnare a flotte di adolescenti anestetizzati dal virtuale la cultura classica, una di queste è attraverso l’incursione delle arti, dal teatro al cinema alla letteratura.