26 Aprile 1986, sono passati 35 anni dal disastro nucleare di Chernobyl. Tra storia e cambiamenti dell’incidente dopo oltre tre decenni.
Chernobyl, e i 35 anni dal disastro nucleare
Nella notte tra il 25 e il 26 aprile 1986, dentro la centrale nucleare V.I. Lenin, sono in corso dei test di sicurezza su uno dei quattro reattori che da soli producono il 10% dell’energia elettrica dell’Ucraina. È il reattore numero 4 quello interessato dalle operazioni, per le quali vengono disabilitati alcuni dispositivi di sicurezza.
Ed è in questo momento che il qualcosa non a va nel verso giusto grazie ad una infausta combinazione di errori umani con falle tecniche e strutturali. Poco dopo l’1 di notte, il reattore numero 4 esplode non regge più la pressione ed avviene il disastro tramite una violenta spinta di vapore che fa saltare in aria il coperchio di oltre mille tonnellate che serviva a chiudere ermeticamente il nocciolo.
L’esplosione
L’esplosione libera un’enorme quantità di grafite e provoca un incendio che comincia a disperdere nell’aria isotopi radioattivi. Non si tratta di un’esplosione nucleare, come quella di una bomba atomica, bensì di una reazione dovuta all’incontenibile pressione del vapore a causa di un imprevisto innalzamento della temperatura del nocciolo. Ma una volta scoppiato l’incendio, è emergenza quella peggiore di tutte, quella radioattiva.
Le conseguenze per flora e fauna locale
Oggi Pripyat, il centro abitato allora più vicino al luogo dell’incidente, resta una città fantasma. La flora e la fauna della zona manifestano ancora i segni delle radiazioni.
Un intero bosco di pini, a causa delle radiazioni, assunse un colore rossiccio e morì, prendendo il nome di Foresta Rossa. Ma le radiazioni hanno colpito anche gli animali, causando malformazioni genetiche alle prime generazioni, ed effetti a lungo termine che si riscontrano ancora adesso: su un campione di oltre 40 specie di uccelli dell’area è stata notata una riduzione delle dimensioni dell’encefalo, verosimilmente legata a una riduzione della capacità cognitive e delle prospettive di sopravvivenza.