A seguito del così detto “Decreto Salva Banche” che ha inguaiato decine di migliaia di risparmiatori, mandando in fumo quasi un miliardo di euro di risparmi dei clienti delle 4 banche coinvolte (Banca Delle Marche, Banca Etruria, Cassa di Risparmio di Ferrara, Cassa di Risparmio della Provincia di Chieti), sono iniziati a volare gli avvoltoi che speculano sulle disgrazie altrui. Già si leggono sui giornali le paginate agiografiche relative a legali (o presunti tali) che sbandierano centinaia di fantomatiche sentenze vinte contro le banche e che chiedono acconti (spesso in contanti) per iniziare cause che promettono essere vincenti.
In guardia, dunque, per coloro che hanno azioni o titoli subordinati delle banche coinvolte a prestare molta attenzione sia a conferire mandati di tutela legale-giudiziale, sia -ancor di più- a versare acconti a professionisti dei quali non si abbia la ragionevole certezza che siano preparati in materia.
E’ necessario prestare attenzione anche a pseudo “class-action” o iniziative “collettive” che richiedano il versamento di quote. Spesso sono iniziative improvvisate con scarsissima o nulla possibilità di arrivare a risultati concreti.
La tutela dei risparmiatori coinvolti passa attraverso una un’analisi specifica delle modalità con le quali sono state vendute loro queste obbligazioni. Avevano il corretto profilo di rischio? Erano stati correttamente informati della differenza esistente fra un’obbligazione normale ed una subordinata? Cosa può provare la banca? Ricordiamo, infatti, che in questa materia vige l’inversione dell’onere della prova: è la la banca che deve dimostrare di aver agito con la dovuta diligenza, correttezza e trasparenza e non il contrario.
Per questo il consiglio è di rivolgersi ad associazioni di consumatori consolidate e presenti capillarmente su tutto il territorio.