Non ne avevamo sentito parlare per quasi due anni causa Covid 19 eppure le occupazioni nelle scuole italiane sono tornate per “dare voce” agli studenti che chiedono condizioni migliori e non solo.
Il Covid 19 non ferma le occupazioni delle scuole a Roma
La prima occupazione c’era stata il 6 ottobre, a neanche un mese dall’inizio dell’anno scolastico, ed era durata cinque notti. L’avevano organizzata gli studenti del “Cine Tv Roberto Rossellini”, che comprende un liceo artistico e due istituti, uno professionale e uno tecnico. A essere occupata era stata la sede succursale di via Libetta, in zona Ostiense, per protestare contro gli orari scaglionati e le loro conseguenze sulla vita quotidiana degli studenti, un tema che ricorre in quasi tutte le occupazioni romane, e contro la mancanza di aule che aveva costretto a fare lezione in palestra o all’aperto. Secondo il racconto degli studenti, smentito dalla preside, anche sotto la pioggia.
Cosa chiedono gli studenti?
Il fenomeno delle scuole occupate o comunque in “stato di agitazione” ha un perché: le richieste degli studenti. Sono essenzialmente due che rispecchiano, anche, quelli che sono attualmente due dei più grandi problemi della scuola italiana:
- Il sovraffollamento delle aule
- L’orario scaglionato, introdotto dal “Piano Scuola” (PDF) del MIUR allo scopo di evitare assembramenti all’ingresso e all’uscita delle scuole
Quest’ultima problematica è stata lasciata in mano ai singoli istituti ed ha sollevato tantissime critiche da parte sia degli studenti che dei presidi stessi,
Già a inizio settembre Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale dei presidi, aveva detto: «Il fatto che i mezzi pubblici non siano in grado di trasportare tutti gli studenti nell’orario tradizionale d’inizio delle lezioni crea un problema sociale ai ragazzi e alle loro famiglie. Parliamo per lo più di ragazzi delle superiori, molti pendolari, alcuni con orari lunghi fino a sei ore al giorno: per questi, entrare alle 10 significherà tornare a casa dopo le 17, dopo aver mangiato solo un panino».
USR Lazio: “Le occupazioni sono un reato”
L’Ufficio Scolastico della Regione Lazio è voluta entrare nel merito delle tante occupazioni attuate in questi mesi con una nota dai toni molto duri tramite il suo direttore generale, Rocco Pinneri:
“Le occupazioni violano il diritto costituzionale all’istruzione di quei numerosi studenti che non condividono il ricorso a tale strumento, indipendentemente dalla valutazione che facciano delle rivendicazioni, alcune delle quali riferite a problemi storici che siamo tutti impegnati a risolvere”.
“Per questo motivo – si legge – vi chiedo, ove vi troviate in questa situazione, di denunciare formalmente il reato di interruzione del pubblico servizio e di chiedere lo sgombero dell’edificio, avendo cura di identificare, nella denuncia, quanti possiate degli occupanti”.
E ancora: “Chi occupa deve capire che violare il diritto dei loro compagni di scuola a frequentare le lezioni è un fatto grave, oltre che inutile vista la disponibilità di tutti al dialogo senza la necessità di azioni estreme ed illegali”.