Sono state pubblicate le Conclusioni del Consiglio Europeo sul miglioramento dei prodotti alimentar. Il Consiglio rammenta che la salute umana è un obiettivo fondamentale del Trattato del Funzionamento dell’Unione e che dal 2007 (Libro Bianco «Una strategia europea sugli aspetti sanitari connessi all’alimentazione, al sovrappeso e all’obesità»- si ha a mente il problema emergente di obesità, sovrappeso e malattie collegate, soprattutto nei bambini.
Negli ultimi anni (dal 2011) le istituzioni europee stanno valutando le iniziative nazionali in tal senso, in particolare per limitare grassi saturi, zuccheri e sale, nonché diminuendo le porzioni d’uso.
Le conclusioni del Consiglio, pur riconoscendo la specificità delle Piccole e Medie Imprese (PMI) e mancanza di risorse per migliorare i prodotti alimentari, chiede uno sforzo di condivisione delle buone pratiche incoraggiando il sostegno alle azioni in tal senso. Il Consiglio invita gli Stati membri a continuare a mettere la dieta sana fra le massime priorità, contribuendo in tal modo a una migliore salute e qualità di vita dei cittadini UE e alla sostenibilità dei sistemi sanitari. La presenza di diete poco sane mette a rischio la disponibilità di una forza lavoro sana e sostenibile e provoca costi sanitari elevati che potrebbero incidere sulla sostenibilità dei sistemi di assistenza sanitaria.
Occorre approntare un piano nazionale per il miglioramento dei prodotti alimentari entro la fine del 2017, sotto forma di un nuovo piano o integrandolo in uno esistente, in collaborazione con le pertinenti parti interessate, al fine di rendere più facile per i consumatori la scelta di un’alimentazione sana entro il 2020.
Vanno fatti sforzi, secondo il Consiglio, per cooperazione multisettoriale a livello nazionale, regionale e mondiale, ma stando attenti a non penalizzare alimenti “veri” che sono fatti anche di singoli nutrienti. I ritardi della Commissione europea nel chiarire le esenzioni su etichettatura nutrizionale per piccoli quantitativi venduti direttamente dagli agricoltori costituiscono un problema aperto. Così come la mancanza di “profili nutrizionali” seri e non punitivi per i prodotti agricoli e che favoriscono invece il marketing di prodotti industriali “poveri” ma riformulati e apparentemente salubri.
Il Consiglio punta il dito contro il consumo di alimenti trasformati o preparati, sottolineando che al tempo stesso la maggior parte delle persone non consuma abbastanza frutta, verdura e prodotti integrali.
Positivo l’approccio rispettoso degli alimenti locali e tradizionali, comprese le indicazioni geografiche intrinsecamente legati alla cultura e al patrimonio di un paese, che “potrebbero essere oggetto di un’attenzione particolare, tenendo conto della situazione nazionale, ad esempio del loro contributo all’assunzione alimentare complessiva.”