Il conflitto israelo palestinese oggi subisce un’evoluzione che, a detta dei protagonisti: governo israeliano da una parte e esponenti di Hamas dall’atro, tende all’allungamento dei tempi della guerra. Il cuore della contrapposizione si è spostato sul terreno e l’esercito sta trovando non poche difficoltà nel venire a capo della situazione. Soprattutto i dedali di tunnel sotterranei edificati proprio per proteggersi da quest’evenienza da parte dei miliziani rendono ostiche le operazioni.
Le dichiarazioni
Il responsabile Onu per i diritti umani, Volker Turk, ha avvertito delle “possibili conseguenze catastrofiche di operazioni di terra su larga scala a Gaza”, affermando che “altre migliaia di civili” potrebbero morire.
“Questa è la seconda fase della guerra i cui obiettivi sono chiari: distruggere le capacità militari e di leadership di Hamas e riportare a casa gli ostaggi”, ha detto Netanyahu in una conferenza stampa.
Il ministro della Difesa Yoav Gallant in precedenza aveva affermato che “siamo entrati in una nuova fase della guerra” poichè “la terra a Gaza tremava” a causa degli attacchi israeliani. “Abbiamo attaccato sopra e sotto terra”, ha detto Gallant, alludendo alla rete di tunnel che Hamas ha costruito sotto Gaza.
Scenari
Questo lo scenario mentre i civili muoiono a migliaia e le istituzioni internazionali sono sempre più impotenti. Non c’è nessuno spiraglio che possa indurre ad essere, almeno un poco, ottimisti. Sembra proprio che non ci sia nessuna voglia da parte di alcuno a mettere fine a questa barbarie.
La speranza s’infrange contro la sete di vendetta del governo israeliano. Le azioni fin qui portate avanti non sono altro che questo. Nella consapevolezza che alla condanna dell’ignominia di cui Hamas si è macchiata il 7 ottobre ora bisogna aggiungere questa azione inumana.
Un’azione che si sta portando avanti crudelmente dall’esercito israeliano. Azione a danno, non tanto e non solo delle milizie di Hamas, ma soprattutto a danno dei civili palestinesi.
Ciò che davvero atterrisce è come questo avvenga in spregio totale del diritto alla sopravvivenza di un popolo vessato da decenni. Senza che nessuno muova un dito a livello internazionale.
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