Lo sviluppo di attività sinergiche che utilizzino e valorizzino gli organi dello Stato dalle forze dell’ordine al comparto della ricerca è vincente: a dimostrarlo sono i dati presentati nella conferenza stampa di oggi 7 marzo 2016. La Puglia, risultata essere al primo posto negli illeciti ambientali del Rapporto Ecomafia 2015 di Legambiente, deve tale primato alla qualità dei controlli ed all’impiego di tecnologie per il monitoraggio e la rilevazione. Tuttavia, grazie anche alle recenti innovazioni normative introdotte dalla Legge n. 68 del 22 maggio 2015, recante ‘Disposizioni in materia di delitti contro l’ambiente‘, sembrano esserci delle inversioni di tendenza. La legge sugli Ecoreati pone importanti sfide orientate a fornire strumenti tecnologici e metodologici unitari sia sul versante investigativo e dell’analisi territoriale che su quello della valutazione e della misurabilità dello stato di compromissione deterioramento dell’ambiente.
In questi ambiti le tecnologie innovative messe a disposizione dal Cnr sono numerose ed in particolare consentono, tra l’altro, di:
– esplorare il sottosuolo ai fini del rinvenimento di rifiuti tombati o di condotte di scarico abusive attraverso tecnologie geofisiche;
– offrire supporto scientifico ai fini della individuazione dei responsabili delle contaminazioni attraverso analisi biomolecolari e metagenomiche e ricercando frammenti di DNA rappresentativi della fonte di contaminazione;
– osservare da piattaforma aerea (fissa o rotante) effetti della contaminazione non visibili ad occhio nudo attraverso l’impiego di sensori iperspettrali e termici;
– contribuire alla valorizzazione economica delle sanzioni economiche da elevare attraverso droni e software specialistici per il calcolo dei volumi;
– sviluppare modelli matematici, sistemi di intelligenza artificiale e dispositivi elettronici avanzati, consentendo di sperimentare sul campo i risultati della ricerca e ottenendo stimoli e suggerimenti per ulteriori implementazioni e affinamenti promossi dagli stessi utilizzatori.
Rilevante è anche la valutazione del nesso eziologico tra i delitti contro l’ambiente ed il potenziale disastro ambientale e gli impatti sulla salute riferiti a lesioni di più persone, ovvero di morte di una o più persone: ambiti in cui la scienza e la policromicità del Cnr offre significative risposte. In tale direzione, il rapporto sinergico tra istituzioni governative, tra cui Cnr, forze dell’ordine impegnate nel settore ambientale quali Comando tutela ambiente dei Carabinieri, Guardia di finanza e Corpo forestale dello stato, con Regione ed ARPA consente di arricchire reciprocamente le esperienze e competenze facendole convergere verso la soluzione di problematiche e sul contrasto attivo alla criminalità ambientale.
Dal 2007, quotidianamente, militari delle forze dell’ordine frequentano il Cnr-Irsa di Bari acquisendo professionalità e competenze, e ricercatori dell’Ente effettuano attività su elicotteri, unità navali, interventi in campo. Tale mobilitazione di potenti mezzi e risorse umane fortemente professionalizzate nei diversi comparti della sicurezza, della ricerca e dell’amministrazione- consente di ottenere risultati significativi sia sul piano numerico (numero di sequestri, numero di arresti, imposte evase recuperate, etc.) che su quello qualitativo, offrendo alla magistratura e alle amministrazioni dossier completi composti dall’analisi integrata di dati acquisiti da rilievi aerei con immagini ed informazioni, analisi chimiche e valutazioni ambientali.
“Questa importante attività offre a noi ricercatori interessanti spunti sul piano scientifico, ma soprattutto propone alla collettività maggiori garanzie di tutela ambientale e della salute, contribuendo ad incideresignificativamente sul versante del contrasto agli illeciti ambientali ma anche della prevenzione e della deterrenza”, afferma Vito Felice Uricchio, direttore f.f. dell’Irsa-Cnr di Bari.