Di cinema horror italiano se ne vede, ormai, poco quanto niente. Se a livello internazionale abbiamo grosse produzioni che sbancano al botteghino, la patria di registi come Argento, Bava e Fulci, non sembra offrire più grandi stimoli. I budget importanti per la realizzazione delle pellicole di questo genere sono senza dubbio un deterrente. Per fortuna esistono i festival del cinema dedicati alla fantascienza e all’horror che mantengono viva la fiamma. Il Be Afraid Horror Fest è uno di questi.
Dal 2019 si svolge in Friuli Venezia GIulia, presso il Kinemax di Gorizia. Nei tre giorni di questa quarta edizione, che si svolgerà dal 25 al 27 novembre, saranno proiettati undici lungometraggi e trentotto cortometraggi nei quali a farla da padrone saranno zombie, epidemie, mutanti alieni e demoni. Con Federico Scargiali, direttore del Be Afraid Horror Festival, abbiamo fatto il punto sul cinema fantastico, italiano e straniero, non più considerato genere di nicchia.
Federico Scargiali, cosa ha ispirato e quali sono gli obiettivi del Be Afraid Horror Fest giunto ormai alla quarta edizione e perché proprio in Friuli?
Il Be Afraid Horror Fest nasce dalla passione sfrenata per il genere e dall’esigenza di avere una rappresentanza dignitosa dello stesso proprio qua in Friuli. Se è vero che esiste già un festival di fantascienza a Trieste che abbraccia anche il genere fantastico, mancava proprio un evento specifico interamente dedicato all’horror e così, grazie alla disponibilità di Giuseppe Longo del Kinemax Gorizia, abbiamo deciso di mettere in piedi il tutto per dare spazio a quei film a quegli autori che altrimenti sarebbe improbabile (ma non impossibile) vedere in sala su grande schermo.
C’è una catalogazione dei film horror, da parte della cultura con C maiuscola, quali B-movie. Perché ancora è dura a morire la collocazione di nicchia non solo dell’horror ma di tutto il Fantastico in generale (comprendendo anche fantasy e science fiction)?
Non sono d’accordo. Il cinema fantastico o di genere negli ultimi anni s’è portato a casa diversi tra i premi più importanti vedi La Forma dell’acqua, Titane e perchè no ci aggiungo anche Parasite. È chiaro che stiamo parlando (in alcuni casi) di nomi di un certo spessore e di budget piuttosto consistenti, ma credo che questi pregiudizi nei confronti del genere siano decisamente superati senza contare il fatto che, piacciano o meno, film come IT di Muschietti, Get Out, the Conjuring hanno letteralmente sfondato i botteghini. Aggiungo che finché il cinema fantastico continuerà ad avere due festival enormi come Sitges e il Fantasia non potrà mai essere considerato di serie B.
Cosa prevede il programma del festival, che ospiti ci saranno?
Difficile riassumere l’intero programma del festival in poche righe, ci provo, ma vi rimando comunque al nostro sito per tutte le informazioni del caso. Più di una ventina i paesi effettivamente coinvolti, in concorso troviamo undici film e trentotto cortometraggi, la maggior parte dei quali in anteprima Italiana. Si cerca sempre di dare spazio a quante più realtà diverse anche per capire come viene percepito l’horror al di fuori di quello che solitamente ci viene mostrato qua. Ci saranno diversi tra registi e tecnici a presentare i proprio lavori, ma la lista completa la sveliamo a ridosso del festival.
Contrariamente a quanto si può pensare, l’Italia è stata ed è Patria di grandi maestri dell’horror. Non solo Argento, ovviamente ma anche nomi come Bava o Fulci, giusto per ricordarne alcuni del passato. Oggi il panorama cosa esprime a livello italiano?
Se consideriamo in cosa investono le produzioni che possono permettersi un certo tipo di budget e i film che poi effettivamente escono in sala, il cinema horror in Italia oggi non esiste è morto e sepolto e non ha nessuna speranza di tornare in vita. C’è una cecità assoluta per il mercato estero e un disinteresse totale a fare qualsiasi cosa che esuli dai soliti nomi e dai soliti generi. Se guardiamo invece il panorama indipendente troviamo tanti giovani capaci relegati alla forma del corto o costretti a fare un film con due spicci e messi pure di tasca propria. Indipendente poi è una definizione che sta stretta, per fare un film dipendi sempre dai soldi e qua in Italia per il cinema di genere proprio non ce n’è.