La vita di coppia, il desiderio di un figlio che non arriva e tutto quel che c’è da sapere sulla sterilità affettiva, attraverso la dolorosa esperienza di Eric e Rose cui un’azienda “sperimentale” promette una conclusione felice, sono gli elementi drammaturgici della piéce Il catalogo scritta e diretta da Angela Di Maso, in scena al Teatro Elicantropo di Napoli.
Segnalato tra le Opere migliori al Concorso di Drammaturgia Nazionale 2015 “Donne e Teatro”, ed edito dalla Casa Editrice Romana Borgia, ne Il catalogo, Angela Di Maso, anche musicista, compone una partitura volutamente non lirica, in cui il movimento incalzante e feroce delle parole amplifica il suono del concetto di sterilità, creando assonanza, e dissonanza, con la sterilità dei sentimenti di cui gli esseri umani sembrano ormai essere pervasi.
La storia di Eric e Rose Portman (interpretati da Giuseppe Cerrone e Patrizia Eger) è una vicenda comune, quella di una coppia sterile che desidera avere un figlio, costi quel che costi. Ma è noto che il desiderio di diventare genitori spesso si scontra con la lenta e inesorabile burocrazia che può trasformare il legittimo desiderio in un percorso anche buio.
Essenziale si rivelerà la scelta del giusto “catalogo” in cui sono elencate tutte le caratteristiche, fisiche, caratteriali e intellettive, del tanto anelato “figlio perfetto”.
Ad accoglierli in un ufficio in fase di trasloco, sarà un addetto alle vendite, il signor Law (MassimoFinelli), antitesi alla legge, che invece di dare loro questo fantomatico catalogo, li consegnerà a se stessi e alle verità nascoste che reggono il desiderio di un figlio e la loro vita di coppia.
“E’ un testo dalla drammaturgia grottesca – spiega l’autrice Angela Di maso – che evidenzia le brutture umane di una coppia che, alle prese con la necessità di scegliere i connotati del tanto sospirato figlio, si trova di fronte alle menzogne, ai limiti e alle meschinità del proprio essere”.
Di fronte al ”catalogo”, offerto loro dal Sig. Law, i Portman vanno in pezzi. Si ritrovano, così, avviluppati in un percorso che li porterà a scandagliare se stessi, scherniti e umiliati dallo stesso Law, preso e compreso dal volere smascherare i loro infingimenti.
Così, mentre fallisce una transazione, una transizione ha inizio: il graduale svuotamento dei protagonisti.
Il disegno luci dello spettacolo è affidato a Cesare Accetta, gli elementi scenografici ad Armando Alovisi, i costumi e il make-up ad Alessandro Varriale.