Riprende da Napoli il giro di proiezioni de Il caso Braibanti: e per Napoli è una vera e propria “prima”. Il documentario è vincitore di numerosi premi (dal Premio del Pubblico a Pesaro Film Fest fino al Nastro d’Argento come Miglior docufiction, premi che hanno testimoniato un interesse in un pubblico trasversale, come per esempio l’inaspettatto Premio Signum assegnato dai liceali della Giuria Giovani del Salina Doc Festival. “Abbiamo incontrato genitori che portavano al cinema i loro giovani figli” dice la regista Carmen Giardina “per stimolarli e poi discutere su omofobia e nuovi diritti: è un cosa che ci ha sorpresi e emozionati.”
È interessante che il documentario su Braibanti e il suo successo abbiano dato l’avvio ad un rinnovato interesse per il caso e il suo protagonista: intanto il documentario è molto richiesto nelle sale, nonostante sia disponibile su Sky; in Campania lo accoglie FoQus a Napoli (3 sett), poi l’Arena Puteolana (12 sett.), quindi il nuovo festival visionnaire 21 di Baronissi (17 sett.).
In autunno torna in scena anche l’omonimo spettacolo teatrale di Palmese, datato 2011 (a Roma al Teatro Due in ottobre, e a febbraio al Teatro Franco Parenti di Milano), mentre anche Gianni Amelio ha terminato le riprese di Il Signore delle formiche proprio sulla figura di Braibanti, impersonato da Luigi Lo Cascio, e con Elio Germano.
Questo poi è il mese di nascita di Aldo Braibanti (1922-2014): nato il 17 settembre, quando avrebbe compito 99 anni, il prossimo anno sarà il Centenario della nascita.“Le sue idee visionarie sulla famiglia, il potere, la convivenza tra specie viventi, il pericoli di grandi condizionamenti mediatici e quello di fortissimi cambiamenti climatici,” dice Palmese “sono il segno dell’estremo interesse dell’opera di Braibanti, uomo dimenticato, ma forse oggi un po’ meno”.