Una tragedia annunciata, l’ennesima quella accaduta martedì nel Canale di Sicilia un barcone carico di clandestini si è ribaltato. I morti nel naufragio sono almeno 50 e non 10. Lo afferma l’Organizzazione delle migrazioni.
A bordo dell’imbarcazione ribaltatasi poco prima dell’arrivo dei soccorsi c’erano 150 clandestini. Sarebbero già 400 le persone morte o disperse nell’area dall’inizio del 2015, mai così tante nei primi due mesi dell’anno, tra cui molti le donne e i bambini.
Nel frattempo altri 179 migranti diretti in Italia su due gommoni sono stati tratti in salvo a 40 miglia dalla Libia grazie ad un intervento coordinato da Roma, che ha permesso di dirottare sul posto due rimorchiatori.
Mentre ancora una volta un ennesimo barcone pieno di persone è si è ribaltato forse per l’eccessivo carico, forse per le avverse condizioni del mare, e non è mai arrivato in prossimità delle nostre coste, dove era diretto, ed è stato avvistato dagli uomini delle squadre di soccorso, spezzando le speranze di stranieri che scappano via dalle loro drammatiche esistenze nei loro paesi d’origine per trovare rifugio in quelli che vengono definiti “paesi sviluppati”.
In un momento in cui gli sbarchi continuano nel Salento, Sicilia e Calabria, seminando decine e decine di morti nel Mediterraneo, ed è noto che migliaia sono coloro che sulle coste della Libia sono pronti a partire, il Governo Renzi ha calato un velo d’indifferenza sul gravissimo problema e l’ignobile propaganda xenofoba di alcune formazioni politiche, italiane e non, prende sempre più piede fra i cittadini italiani che hanno accettato di buon grado la guerra fratricida fra chi sta male e chi sta peggio.