Dov’è nato il calcio? La risposta a questa domanda crea innumerevoli discussioni, coinvolgendo l’interesse di tutti, sopratutto a causa della popolarità di questo sport. Tutte le nazioni che fanno del calcio lo sport nazionale, vorrebbero attribuirsi la natività di questo gioco, sappiamo che se dovessimo trovare la nazione madre del calcio moderno allora non potremmo che attribuire l’invenzione di questo, all’Inghilterra, tuttavia se volessimo trovare l’antenato del calcio, un principio storico dello sport più famoso al mondo, anche non avente le precise regole e caratteristiche moderne, la discussione e le ipotesi si amplierebbero notevolmente.
Spesso a essere considerato il progenitore del calcio moderno è il “calcio fiorentino”, tale sport era molto in voga a Firenze tra il 1.400 e il 1.500, con evidenti similitudini con il calcio moderno ma con anche notevoli differenze, in questo gioco era infatti consentito anche l’uso delle mani ed era un gioco molto più aggressivo del calcio attuale, resta tuttavia il fatto significativo che per la prima volta nella storia viene usato il termine “calcio”, inoltre chi teorizza che questo sport sia nato in Italia, ha dalla sua parte la comprovata esistenza storica di un gioco di epoca romana dove era indispensabile l’uso di una palla, tuttavia anche questo sport, che a sua volta derivava dalla Grecia, consentiva l’uso delle mani e notevoli differenze da quello che oggi intendiamo per sport del calcio.
Il 15 Luglio 2004 Joseph Blatter presidente della FIFA, dichiarò la città cinese Zibo come patria del calcio, ovviamente tale affermazione non fece piacere a molti europei, tuttavia la dichiarazione di Blatter ha le sue evidenti ragioni storiche. In Cina già 4.000 anni fa erano presenti giochi fatti con la palla, che si svilupparono nel V secolo a.C nel gioco del cùjú (calciare la palla), nato inizialmente in ambienti aristocratici per allenare la forma fisica dei giovani e allo stesso tempo per aumentare la capacità di fare gioco di squadra, cominciò presto a diffondersi tra le più varie classi sociali.
Ci sono diverse caratteristiche di questo antico sport che portano a farlo ritenere il vero antenato del calcio moderno:
Veniva usata una palla, fatta in principio di piume e capelli e successivamente fu aggiunta a questi una vescica di animale gonfia d’aria, fu poi nel corso dei secoli sostituita da una palla di cuoio.
Per giocare a cùjú veniva costruito un campo rettangolare, spesso anche con la presenza di spalti per permettere al pubblico di assistere alle partite.
Non erano permessi atti violenti o particolarmente aggressivi
Era consentito toccare la palla con qualsiasi parte del corpo a eccezione delle mani.
All’estremità del campo rettagolare venivano poste due canne di bambù alla quale veniva legata una rete con un buco al centro, dove 12 giocatori per squadra dovevano far entrare la palla per vincere l’incontro.
Questo sport divenne talmente famoso che qualsiasi persona sia uomo che donna poteva praticarlo ad alti livelli, venivano organizzati incontri e tornei sia maschili, che femminili. Raggiunge la sua massima fama in epoca Tang (618-917), e addirittura durante la dinastia Song (960-1279) è attestata la nascita del primo torneo internazionale, si svolse infatti una partita tra una squadra cinese e una giapponese, questo perché il successo del cùjú fu talmente grande che venne presto esportato in Giappone, in altre nazioni asiatiche e forse anche verso occidente.
Il cùjú cominciò un lento declino di popolarità quando i mongoli invasero la Cina, probabilmente gli imperatori mongoli prediligevano sport con un maggiore coinvolgimento fisico, e anche in epoca Ming (1368 – 1644) la fama del calcio cinese affrontò un pesante declino, probabilmente anche perché la sua capacità di coinvolgere tutte le classi sociali e di permettere a comuni cittadini di raggiungere una notevole popolarità, infastidiva le classi sociali più abbienti.