Il calcio continua la sua lotta alla pirateria. Nelle ultime settimane sono tantissimi i siti che hanno iniziato a mostra il messaggio: «Questo servizio di streaming illegale è stato sottoposto a sequestro». La conclusione è poi tranchant (ed è quella che più deve ora mettere in apprensione chi in quel momento stava illegalmente fruendo di quel contenuto): «I dati di accesso costituiscono materiale probatorio a disposizione dell’autorità giudiziaria».
Alla ricerca dello streaming… illegale
Il primo dei tre anticipi del sabato della settima giornata del campionato di calcio di Serie A, disputato sul terreno della Sardegna Arena di Cagliari, tra i padroni di casa e la Sampdoria, potrebbe essere ricordato come un (altro) momento di svolta nella lotta alla pirateria di contenuti, in questo caso audiovisivi. E la frase finale – i dati d’accesso a disposizione dell’Autorità giudiziaria – è quella che più ora deve preoccupare gli utenti di oltre 700 siti web e 300 piattaforme Iptv pirata oscurati dalla Guardia di Finanza.
Il tutto nell’ambito di una maxi indagine del Nucleo speciale tutela privacy e frodi tecnologiche delle Fiamme Gialle coordinata dalla Procura di Napoli. L’indagine è ancora in fase di svolgimento, ma le indiscrezioni sono state confermate e la Procura darà dettagli nei prossimi giorni.
Per dimensioni è comunque la più grande operazione di sempre sul tema con la particolarità, peraltro, del cartello diretto agli utenti e chiaro anche nel segnalare il rischio che i singoli “pirati” corrono: «La sottoscrizione o l’utilizzo di servizi di streaming illegale comporta la pena da sei mesi a tre anni e la multa da euro 2.582 a euro 25.822».
Il calcio nella lotta alla pirateria
Tema scottante quello della pirateria dei contenuti attraverso il digitale. Una lotta impari in cui l’azione di tutela si scontra con un’abitudine dura a morire, con il digitale che non fa che moltiplicare opportunità per i ladri di contenuti . Un’analisi elaborata dalla società Ipsos per conto di Fapav, Federazione per la Tutela dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali, ha quantificato un danno di oltre 1,1 miliardi dagli atti di pirateria, in generale, con impatto negativo in termini di Pil di quasi 500 milioni e mancati introiti per lo Stato di quasi 200 milioni. Per la sola industria audiovisiva il danno è stimabile in 591 milioni con oltre 96 milioni di fruizioni legali perse e una “pirateria Spa” che si stima valga quasi 6mila posti di lavoro andati in fumo.
L’operazione della guardia di finanza
Quella della Gdf coordinata dalla Procura di Napoli è «una operazione di grande rilievo che dimostra come il nostro Paese sia estremamente deciso e in prima linea nel contrasto alla criminalità informatica» ha commentato Federico Bagnoli Rossi, presidente Fapav.
«Un grande ringraziamento da parte di tutta la Serie A per il prezioso lavoro che la Guardia di Finanza ha fatto e sta facendo per oscurare diverse Iptv che trasmettono illecitamente contenuti audiovisivi» ha affermato l’amministratore delegato della Lega Serie A, Luigi De Siervo. «La trasmissione e la visione delle nostre partite, attraverso servizi di streaming illegali – ha aggiunto – configura un vero e proprio atto criminale che comporta gravi conseguenze sia per le organizzazioni malavitose che le gestiscono sia per gli utenti che ne usufruiscono illegittimamente».