Andando a zonzo per internet, mi sono imbattuto in una iniziativa letteraria della «Gazzetta.it»: sul suo sito vengono proposti dodici volumi pubblicati nel 2011 che parlano di calcio, di storie anche drammatiche che si sono consumate attorno al pallone. Un regalo natalizio ai propri lettori, “un regalo che non passa mai di moda”, si dice nel titolo, cioè un libro. Qui vengono riproposti per i lettori di “Cinque Colonne Magazine” appassionati di calcio e non. Le citazione sono di Mario Pagliara, autore dell’articolo Dodici libri sul calcio. Per far gol anche a Natale («Gazzetta.it», 15 dicembre 2011).
Il calcio e ancora il calcio. Pagliara ci propone:
–Il Teppista, di Giorgio Specchia: un romanzo nel mondo degli ultras. «Una storia vera. Senza badare ai formalismi, senza veli, nel raccontare la vita dell’ultras dell’Inter Nino Ceccarelli, accusato e poi prosciolto della morte di Nazzareno Filippini, tifoso della curva ascolana».
–Chi non canta, resti a casa: canti e cori ultras, di Leonardo Colapietro: un saggio sul tifo nella capitale inglese. «Il comune denominatore di questo libro è l’Arsenal, il club con il maggior numero di tifosi di Londra. Per ripercorrere un secolo e mezzo di football all’ombra del BigBen».
–Nessuno parla dell’arbitro, di Roberto Rosetti, con Emiliano Poddi: un’inchiesta sugli scandali dovuti alle scommesse clandestine e combine. «… le loro inchieste-verità possono accendere la luce e riconsegnare dignità a un pallone che molto spesso si sgonfia da solo. Il ricordo di Calciopoli è ancora vivo, e i processi sull’ultimo scandalo del calcioscommesse (quello dell’arresto di Signori) sono tutti da raccontare. Eppure questo libro, nella sua crudeltà e verità, fa bene. Perché il sistema-calcio non è tutto rose e fiori. Tutt’altro, ci sono 85 anni di imbrogli ripercorsi con cura e attenzione alle fonti in questo volume».
–Cercando Scirea, di Gianluca Iovine: una biografia sul grande Scirea, un signore del calcio, campione del mondo nell’82. «Tutti sanno chi è stato il calciatore Scirea: stella assoluta del calcio italiano degli anni Ottanta […] Ma Gaetano Scirea è anche una boccata di aria pura, in un calcio impestato da affari sporchi e inquinato dai conflitti moderni tra i club».
–Oj vita mia, di Mimmo Carratelli e Ilaria Puglia: il titolo ripropone un verso di una celeberrima canzone napoletana che è diventata l’inno del Napoli Calcio: è la storia dalla rifondazione (2004) fino ad oggi. «Il senso di questo libro lascia un senso di angoscia, ma apre anche una finestra sulla speranza. Si racconta la storia di una squadra risorta e di una città fantastica ma maledetta. Scendendo più a fondo, è la storia di una Napoli aggrappata alla sua squadra di calcio come se bastasse solo questo per risollevarsi dalle miserie di tutti i giorni».
–La scienza del pallone, di Nicola Ludwing, con Gianbruno Guerrerio: saggio. «Un punto di vista originale per esplorare il calcio, partendo da una domanda: ma è tutto talento o solo scienza?».
–L’ascensione di Roberto Baggio, di Vanni Santoni e Matteo Salimbeni: romanzo sulle gesta di “codino”, alias Roberto Baggio. «Non è una biografia, e non è un reportage. D’accordo è un romanzo, e gli uomini della Mattioli 1885 [una casa editrice di Fidenza-PR] lo hanno definito “un viaggio alla ricerca dell’uomo, del calciatore, dell’icona Baggio”. Di certo c’è che in questo volume, scritto a quattro mani da Vanni Santoni e Matteo Salimbeni, si parla di Roberto Baggio: il numero 10 più 10 degli ultimi trent’anni del calcio italiano. Un viaggio che porta in giro per l’Italia, seguendo le tappe della carriera del fuoriclasse di Caldogno, ricostruendone il ritratto attraverso i racconti della gente comune, di ex calciatori e di allenatori».
–Le maglie dei campioni, di Giorgio Welter: libro fotografico sulle maglie di vari club. «Difficile trovare un oggetto che abbia più fascino di una vecchia maglia da calcio, ancora di più se si tratta delle magliette indossate dai grandi campioni. […] Un’opera nella quale si fa ordine nella storia di sessanta squadre leggendarie, le più importanti per prestigio e successi internazionali. Si parte dai primi club nell’Inghilterra Vittoriana fino ai club moderni nell’era della pay-tv. Attraverso i colori e l’iconografia si ricostruisce così il romanzo dei club europei e sudamericani, viaggiando lungo la pista dell’evoluzione cromatica e stilistica delle maglie da calcio».
–Inter quella notte, di Pietro Scibetta, Matteo Mantica e Francesco Repice: la storia dell’incontro notturno di Champions League tra Inter e Barcellona. «La notte è quella del 20 aprile 2010: semifinale di andata della Champions League a San Siro tra l’Inter di Mourinho e il Barcellona di Guardiola. Finì 3-1 per i nerazzuri, e la banda Zanetti aveva spianato la strada verso la vittoria di una Coppa che, dopo solo un anno e mezzo [2011], è già Storia».
–Il conte Max, di Franesco Persili: biografia. «Chi ci voleva per interrompere la dittatura interista in Italia? Massimiliano Allegri. Anzi, Il Conte Max. Francesco Persili fa un ritratto a tutto tondo dell’allenatore del Milan [quando è stato scritto questo volume (2011) Allegri allenava ancora il Milan] con la faccia da attore americano».
Dunque, il gioco del calcio (ma lo sport in genere) diventa linguaggio di massa attraverso i poeti e gli scrittori, i segni che ci trasmette sono fonemi del linguaggio parlato. D’altronde se lo sport, e in particolare il calcio, occupa pagine importanti in alcuni volumi di poesia, un’arte sensibilmente alta e protervia di umanità, vorrà pur dire qualcosa. Il calcio è una metafora della vita, secondo Jean-Paul Sartre; la vita è una metafora del calcio, per il filosofo Sergio Givone; Eugenio Montale sogna «che un giorno nessuno farà più gol in tutto il mondo»; anche Thomas Stearnes Eliot sostiene il binomio calcio-cultura: «il calcio è un elemento fondamentale della cultura contemporanea». Addirittura per Eduardo Galeano, lo scrittore uruguaiano che, unitamente all’argentino Osvaldo Soriano, ha trasformato il calcio in una moderna forma epica, «il calcio continua a voler essere l’arte dell’imprevisto».
Ci piace concludere questo scritto con una citazione di Pier Paolo Pasolini, amante e praticante di questo sport nazionale: «Il gioco del calcio è lo sport nazionale per eccellenza non solo in Italia; l’unico che unisce in un comune sentimento di entusiasmo e partecipazione tutte le fasce sociali e che riesce a tenere desta l’attenzione ben prima e ben dopo l’ora e mezza di durata della partita. Che sia il mezzo televisivo o la visione diretta a comunicare le immagini del gioco, l’eccitazione del pubblico si mantiene sempre a un livello molto alto e la tensione quasi mai si acquieta con la fine del gioco ma lo trascende e ha modo di scaricarsi nelle strade cittadine, coinvolgendo anche chi l’incontro agonistico non l’ha seguito. È un gioco che, proiettato oltre gli stadi ufficiali, si reinventa quotidianamente nelle migliaia di campi sportivi più o meno improvvisati, nelle scuole e nei cortili delle case, ovunque si ritrovino un gruppo di ragazzi intorno a un pallone».
E allora, calcio e ancora calcio, quello sano e leale, s’intende!