Il Boia di Eduard Limonov, il libro dello scrittore e leader politico russo, è stato presentato ieri alla fiera del libro “Più libri più liberi” presso la Nuvola di Fuksas a Roma
Il Libro
Il Boia di Eduard Limonov edito da Sandro Teti Editore è stato presentato al pubblico dal giornalista e conduttore radiofonico Giuseppe Cruciani insieme all’editore Sandro Teti. Il Boia, è un thriller scritto da Limonov nel 1980 quando era in Francia ed è ispirato ad alcune frequentazioni che lo scrittore ebbe negli anni ’70 a New York. L’irriverenza e la dialettica di Cruciani hanno da subito rivelato il tenore del dialogo con lo scrittore russo. Sesso, politica russa e italiana, razzismo e femminismo sono stati i temi toccati durante la presentazione ai quali Limonov si è sottratto senza mezzi termini laddove lo riteneva più opportuno. La scelta di Cruciani da parte dell’Editore Sandro Teti è stata una sapiente trovata: per parlare di un libro cruento e senza veli, ci voleva un giornalista irriverente e altrettanto crudo in grado rendere frizzante il dialogo e divertire il pubblico.
Come indicato da Cruciani in apertura di dibattito, il libro è vitale e realistico come la sceneggiatura di un film. Tuttavia del libro si è parlato poco anche perché è stato lo stesso Limonov ad annunciarlo in apertura di dibattito. La sua priorità non era raccontare il libro, ma farselo raccontare da chi lo ha letto.
L’Intervista
Il dibattito è stato ricco di temi. Ci si è mossi a 360 gradi con Limonov che a volte eclissava infastidito, altre volte rispondeva divertito. Alla Domanda di Cruciani relativa alla predilezione per i perdenti che affollano i suoi scritti, lo scrittore ha risposto affermando che molti di loro nonostante l’emarginazione hanno lasciato nella storia un segno forte. Basti pensare a personaggi del calibro di Van Gogh, Trockij e Che Guevara, un po’ emarginati e a volte bistrattati, che hanno lasciato una grande eredità a tutti noi. Tra i tanti temi toccati, si è parlato spesso del rapporto di Limonov con il passato che lo scrittore russo ha affermato di gettarselo alle spalle e di non utilizzarlo per completare e arricchire il suo futuro. Rimuove il passato per aprirsi completamente al nuovo. Questa è la sua filosofia.
Le domande del giornalista Cruciani non hanno dato respiro allo scrittore russo che si è lasciato andare a leggere polemiche quando gli è stato chiesto del suo rapporto con il biografo Emmanuelle Carrere. Secondo lo scrittore russo, Carrere ha epurato la sua vita di alcuni passaggi importanti, restituendo al pubblico l’immagine di un Limonov soldato, rivoluzionario e, ha aggiunto lo stesso Limonov, di uno stupido. Nonostante ciò, lo scrittore russo ha affermato di essergli comunque grato, perché grazie a lui, ha avuto una sorta di rinascita. La sua biografia è stata infatti tradotta in 30 lingue e solo in Francia ha venduto 600 mila copie.
Quando il dibattito si è spostato su temi diversi, Limonov ha mostrato tutto il suo carattere specialmente quando Cruciani ha affrontato temi come il razzismo, la libertà sessuale e i movimenti femministi come Me TOO. Lo scrittore russo si è espresso a difesa della libertà di espressione, criticando le strumentalizzazioni italiane che una certa parte politica fa di alcune espressioni legate al razzismo o alla libertà sessuale. In merito ai movimenti femministi invece, Lìmonov crede che dietro a movimenti come il ME TOO ci siano delle forti speculazioni che hanno portato molte donne a denunciare il falso, quando all’epoca delle avances erano consenzienti pur di fare carriera. Sempre in merito ai movimenti femministi, Limonov crede che le donne si prenderanno le loro rivincite e che forse in futuro assisteremo ad una vera e propria guerra di generi.
Nel suo complesso il dibattito è stato interessante, e ha dato modo al pubblico di percepire che a 76, lo scrittore russo non ha assolutamente perso il suo pugno di ferro e la sua verve, nonostante nel corso dell’intervista abbia sottolineato più volte di essere stanco e non più in ottima salute.