Bene il via libera al decreto sul biometano agricolo. E’ quanto afferma la Coldiretti in merito alla firma del provvedimento del ministero dello Sviluppo economico di concerto con il ministero dell’Ambiente e con il ministero delle Politiche agricole sulle misure per la produzione di gas da fonti agricole che in Italia ha una potenzialità di 8 miliardi di metri cubi da sviluppare nei prossimi 12 anni.
Questa misura è importante anche perché l’Italia è il terzo Paese in Europa per consumi alimentati da fonti rinnovabili con una quota complessiva pari al 17,41% del totale dell’energia utilizzata a livello nazionale e ha raddoppiato in undici anni i propri consumi “green” da 10,7 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio (Mtep) nel 2005 a 21,1 milioni nel 2016.
In questo contesto è maturato il protocollo di intesa per la creazione di un sistema nazionale per la “coltivazione” e la trasformazione di biometano agricolo ottenuto da fonti rinnovabili, con la partecipazione di Coldiretti, Bonifiche Ferraresi, GSE, LGH (A2A), Acea, AB Impianti e con la collaborazione di realtà della meccanizzazione agricola.
E proprio il GSE, che in Italia promuove lo Sviluppo sostenibile, ha ribadito in una nota “piena disponibilità a mettere a disposizione il proprio know-how maturato nel settore delle rinnovabili, per garantire non solo un corretto e proficuo sviluppo del comparto del biometano, ma per innescare anche un effetto volano nel settore agricolo, coinvolgendo soprattutto i Comuni, attraverso lavalorizzazione della Frazione Organica del Rifiuto Solido Urbano – FORSU. Il fine ultimo che il GSE intende perseguire, coinvolgendo tutti gli attori del comparto del biometano, è quello di diffondere l’adozione di modelli di economia circolare, in modo da accelerare la transizione energetica nell’ambito dei trasporti.
L’obiettivo è partecipare al processo di graduale passaggio da una economia basata sui carburanti fossili a una decarbonizzata e più sostenibile con una collaborazione di filiera che, per quanto riguarda il biometano, parta dalle aziende agricole e zootecniche con l’utilizzo degli scarti delle coltivazioni e degli allevamenti per arrivare a quelle della distribuzione del gas a livello nazionale, generando un ciclo virtuoso di gestione delle risorse, taglio degli sprechi, produzione di energia rinnovabile, creazione di nuovi posti di lavoro e sviluppo della ricerca scientifica in materia di carburanti green“.