Il costo dell’energia rinnovabile è già più basso del costo dell’energia prodotta con combustibili fossili se, come correttamente si dovrebbe, si considerassero anche le esternalità negative, come le emissioni di anidride carbonica, principale fattore del cambiamento climatico, e le polveri sottili, responsabili di un elevato numero di morti premature ogni anno. Lo documenta lo studio Althesys dell’economista Alessandro Marangoni.
Secondo lo studio, nello scenario di sviluppo moderato “BAU – Business As Usual“, i benefici netti (benefici – costi, attualizzati al 2015) ammontano a oltre 29 miliardi di euro. Nello studio si fa anche l’ipotesi che l’Italia investa di più nelle rinnovabili (scenario di sviluppo accelerato ADP – Accelerated Deployment Policy), una scelta che sarebbe peraltro coerente con gli obiettivi fissati dalla COP 21 e che farebbe crescere i benefici netti a oltre 104 miliardi di euro.
L’Italia, pur producendo oggi il 40% dell’energia elettrica da fonti rinnovabili, vanta ancora il primato in Europa per morti premature dovute alle emissioni di polveri sottili. Come riportato in questi giorni dall’Agenzia Europea dell’Ambiente, i morti sono oltre 84.000 all’anno, un numero di ben 25 volte superiore alle vittime per incidenti stradali (3.380 nel 2014, fonte Istat).
“Se i costi delle esternalità delle fonti fossili (cambiamenti climatici, costi sanitari e ambientali) fossero correttamente calcolati nei costi di generazione – dichiara Agostino Re Rebaudengo, Presidente di assoRinnovabili -, le fonti di energia rinnovabile sarebbero già le più convenienti, oltre ad essere ambientalmente sostenibili e in grado di garantire l’indipendenza energetica.”