La regione amazzonica
La mostra di Salgado “Amazonia” è uno delle proposte più attese del MAXXI. La mostra sarà visibile fino al 13 febbraio 2022 ed è una grande fonte di ispirazione e riflessione.
L’esposizione è frutto di sette anni di spedizioni fotografiche a contatto strettissimo con le popolazioni del posto. Con queste splendide foto Salgado spinge il visitatore non solo nella bellezza delle vegetazione dei luoghi esplorati e della sua popolazione. Il suo obiettivo, infatti, è anche quello di stimolare una profonda riflessione in ognuno di noi.
La regione amazzonica è la foresta tropicale più grande al mondo di cui oltre il 60% si trova in Brasile. La foresta Amazzonica è in pericolo, così come lo sono le popolazioni indigene.
In questa esposizione, Salgado ci accompagna in luoghi magici, nei polmoni della nostra terra che sembrano, però, incenerirsi ogni giorno di più.
Salgado “Amazonia”: audio e video
La mostra si articola in diverse sezioni: panoramiche della foresta, fiumi “volanti”, tempeste tropicali, le montagne, la foresta, le isole nella corrente (Anavilhanas), i territori Xingu, Awà-Guajà, Zo’è, Suruwahà, Yawanawà, Marubo, Ashàninka, Korubo, Yanomami e Macuxi.
Una parte dell’allestimento della mostra si richiama alle tipiche abitazioni indigene, le ocas, in cui sono riportati i filmati dei capi tribù e numerose fotografie delle popolazioni locali. Il resto della mostra, invece, è caratterizzata da fotografie sospese a più altezze, quasi come fossero liane, e dall’ambiente circostante avvolto nella penombra.
Ad arricchire la mostra ci sono alcuni filmati proiettati negli ocas, che ritraggono i leader di alcune tribù. Questi si sono lasciati intervistare, raccontando con apprensione il loro futuro incerto. I disboscamenti continui e le violenze dell’uomo bianco sulla natura hanno evidenti ripercussioni sul loro habitat e le loro famiglie.
La mostra inoltre, accompagna il visitatore nell’esplorazione di luoghi e genti con una traccia audio realizzata appositamente per la mostra da Jean-Michel Jarre. I suoni prodotti sono ispirati a quelli autentici della foresta: il fruscio degli alberi accarezzati dal vento, il canto degli uccelli, il fragore delle cascate e i versi degli animali.
Il bianco e nero di Salgado: Amazonia
L’obiettivo di Salgado è stato quello di trasmettere l’alone di magia che avvolge la foresta amazzonica e le sue popolazioni, offrendo ai visitatori un’esperienza intima e profonda. Le foto in bianco e nero tuttavia, esteticamente bellissime, trasmettono un profondo magone.
I colori vividi e brillanti della vegetazione, degli uccelli, delle nuvole di vapore cristalline al sole che riverberano i colori dell’arcobaleno, qui scompaiono. Sembra quasi che la foresta si stia spegnendo sotto i nostri occhi.
Le incredibili fotografie aree di spettacolari montagne e cascate mozzafiato sembrano evocare cartoline antiche, sembrano presagire che quello che stiamo vedendo potrebbe essere un lontano ricordo di qualcosa che c’era e che in futuro non ci sarà più. La sensazione diventa più forte dopo aver ascoltato attentamente i discorsi dei diversi capi tribù intervistati da Salgado. Per anni gli hanno esternato le loro ansie e le loro paure.
La mostra infine, è accompagnata da un palinsesto di incontri che hanno l’obiettivo di stimolare una riflessione sulle attuali condizioni climatiche che investono il nostro pianeta e sull’allarmante deforestazione in Amazzonia che non accenna a fermarsi.
“fiumi volanti”
La biodiversità dell’Amazzonia è stata oggetto di continua predazione e ogni anno migliaia di aziende agricole si appropriano di nuovi terreni consumando la foresta e distruggendo le terre dei nativi.
L’Amazzonia è l’unico luogo al mondo in cui l’umidità aerea non dipende dall’evaporazione degli oceani bensì dai singoli alberi. Questi è come se alitassero, fungono da aeratore, proiettando nell’atmosfera centinaia di litri d’acqua e creando i cosiddetti “fiumi volanti”. Anche le foto di Salgado mostrano i fiumi volanti, decine e decine di kilometri di foresta sovrastata da nubi dense. Il giorno in cui le foto satellitari mostreranno la foresta senza nubi, cioè senza “fiumi volanti”, significa che ci stiamo avviando ad una catastrofe senza precedenti.
Dagli anni ’90 Sebastiao Salgato e la moglie Lelia lavorano al ripristino di una parte della foresta del Brasile e nel 1998 sono riusciti a trasformare il territorio nella Valle del Rio Doce in riserva naturale.
Hanno poi fondato l’istituto Terra che si occupa di riforestazione ed educazione all’ambiente. L’Istituto Terra ad oggi ha dato vita ad una foresta con specie vegetali e animali tipiche della foresta atlantica ed ha ripristinato decine di migliaia di sorgenti.