Una storia “aromatica” quella di oggi che vede come protagonista la Cooperativa Sociale Il Bettolino. Di cosa si tratta? Qual è il ruolo delle erbe aromatiche in questo momento?
Intervista a Francesca Benelli, Presidente della Cooperativa Sociale Il Bettolino
Una storia che vogliamo raccontare attraverso le parole di Francesca Benelli, Presidente della Cooperativa Sociale Il Bettolino, che ha risposto ad alcune delle nostre domande:
Partiamo con una “presentazione”: cos’è Il Bettolino?
Il Bettolino è una cooperativa sociale nata nel 1989 a Reggiolo (RE), socia del Consorzio Agribologna dal 2016, che ha l’obiettivo di perseguire la promozione umana e l’integrazione sociale di cittadini con disabilità, attraverso lo sviluppo di esperienze di lavoro nel settore agricolo.
Quali sono le vostre produzioni?
‘Il Bettolino’ ha all’attivo produzioni di rosmarino, basilico, salvia, alloro, maggiorana, origano, menta, erba cipollina, prezzemolo e timo. Tutte queste coltivazioni vanno a formare la linea Aromatiche ‘Questo l’ho fatto io’.
Agricoltura unita all’integrazione sociale. Possiamo definire questo vostro obiettivo?
Obiettivo principale della Cooperativa, è quello di definire, con la rete dei servizi territoriali, percorsi che permettano alla persona un pieno recupero della dignità sociale, rendendola padrona del proprio futuro, anche grazie all’indipendenza economica. Il Bettolino, infatti, riconosce la persona svantaggiata come una risorsa, promuovendone l’integrazione sociale e valorizzandone le capacità lavorative.
Impegno sociale ma anche ambientale?
Impegno sociale e ambientale vanno da sempre di pari passo per il Bettolino. Il recupero della dignità sociale, attraverso il lavoro, è la nostra missione. Poterlo fare in un contesto e con delle metodiche di grande attenzione e cura per l’ambiente, in cui possiamo dire di essere stati fra i pionieri, è per noi una necessità. Per i consumatori, i nostri partner e il territorio è la garanzia di un impegno che intendiamo ulteriormente sviluppare, fra l’altro, con l’implementazione di sempre nuove colture biologiche
Siamo entrati nel terzo anno di pandemia ma voi come avete affrontato questa inattesa situazione?
Il lockdown ha rappresentato un momento di grande difficoltà per noi. Gran parte dei nostri lavoratori, date le condizioni di fragilità, è dovuto restare a casa. La ristorazione collettiva, fra i nostri clienti più consolidati, ha molto sofferto. Ma abbiamo tenuto duro, guardiamo avanti, con sempre nuovi obiettivi e progetti: il bio in incremento, nuove attività di comunicazione e una nuova coprogettazione con l’Unione dei Comuni, per continuare a offrire possibilità alle persone con fragilità, soprattutto ai ragazzi e alle ragazze in uscita dalle scuole superiori