E’ il torneo di rugby più suggestivo del vecchio continente ma anche il 6 nazioni ha dovuto fare i conti con il covid creando quindi un protocollo ad hoc.
6 Nazioni tra protocollo e bolle anti covid
Il Torneo, la cui edizione inaugurale risale al 1883 – con le sole quattro Home Unions – per la prima volta si disputerà interamente senza pubblico. Visti gli esiti della pandemia di Covid-19, impossibile fare diversamente. Anzi: si gioca e, motivi economici a parte, è un mezzo miracolo. Già lo scorso anno, nei recuperi delle ultime due giornate, slittate dall’inverno all’autunno, si è fatta esperienza di stadi vuoti. Ma ora la triste realtà varrà per tutte le quindici partite in programma.
Regole e regole
Non solo: giocatori e staff, per tutta la durata del Torneo (con due brevi pause), sono costretti in bio-bolle. Isolati, senza possibilità di contatti con l’esterno. Per l’Italia, dall’inizio del raduno di giovedì scorso e fino all’indomani dell’ultimo match in Scozia, si tratta di 53 giorni meno 6, quelli (sommati) dei mini rompete le righe previsti dopo secondo e terzo turno. I protocolli imposti sono severi e chi sgarra ne paga le conseguenze. Come l’ala gallese Josh Adams, il metaman della Coppa del Mondo 2019 che ha saltato i primi due match perché la domenica prima dell’esordio inglese nel torneo ha preso parte a una piccola riunione di famiglia.
Dov’è la bolla?
La bolla tricolore è all’interno di un hotel romano con vista su Villa Borghese. Da lì, previste trasferte in Inghilterra e Scozia a parte, ci si muove solo verso l’Acquacetosa, sede di allenamento e all’Olimpico, come oggi, per le partite. Il resto della vita è in una sorta di prigione semi dorata, con palestra, sale riunioni e da pranzo riservate. All’interno gli orari della giornata, come sempre peraltro, sono molto ben scanditi. Spazi liberi? Pochi. Prevalentemente dopo cena. Quando si sfrutta la zona svago, una doppia camera dotata di campo da tennistavolo (Garbisi e Varney fanno coppia anche lì), biliardino, campo da calcio-tennis delimitato da nastro adesivo e alcune sedie come rete e tv per assistere a film, partite ovali di club, di calcio o, quando è stagione, ai Gran Premi di Formula Uno.
Oltre il covid
La maggioranza, però, affronta lo stesso il periodo con entusiasmo. Il gruppo non è mai stato così giovane e le ambizioni, quindi, sono alte. Anche se i risultati latitano. Si sa: l’Italia, all’inizio del 6 nazioni, è reduce da 27 k.o. consecutivi e in casa, nel Sei Nazioni, addirittura non vince dal marzo 2013. L’entusiasmo però ha lasciato ben presto spazio alle preoccupazioni visto che gli azzurri hanno perso in malo modo le prime due sfide con Francia ed Inghilterra. Testa ora all’impegno del 27 Febbraio contro l’Irlanda all’Olimpico di Roma.