Il 26 dicembre è una data rossa sul calendario italiano, ma non tutti sanno perché. La risposta a questa domanda è duplice: da un lato, il 26 dicembre è la festa di Santo Stefano, il protomartire cristiano, cioè il primo martire ad aver dato la vita per testimoniare la propria fede in Cristo. Dall’altro lato, questo è un giorno festivo in Italia per motivi storici e culturali, non religiosi.
La festa di Santo Stefano
Santo Stefano è un personaggio biblico, menzionato negli Atti degli Apostoli. Era un diacono della Chiesa di Gerusalemme e un fervente predicatore del Vangelo. La sua predicazione fu però osteggiata dai giudei, che lo accusarono di blasfemia e lo lapidarono.
La festa di Santo Stefano è celebrata il 26 dicembre dalla Chiesa cattolica e da alcune chiese protestanti. In Italia, questa festa è stata inserita nel calendario civile nel 1871, quando il Regno d’Italia era ancora uno Stato confessionale.
Il giorno festivo per prolungare le festività natalizie
Nel 1947, con la nascita della Repubblica Italiana, il calendario civile fu riformato. In questa occasione, il 26 dicembre fu mantenuto come giorno festivo, ma non per motivi religiosi, bensì per prolungare le festività natalizie. In questo modo, infatti, si ottengono due giorni festivi consecutivi, il 25 e il 26 dicembre, che danno la possibilità di trascorrere più tempo con la famiglia e gli amici. La stessa logica è alla base dell’istituzione del Lunedì dell’Angelo, che è un giorno festivo in Italia e in altri paesi europei, anche se non è una festa religiosa.
Foto di Jill Wellington da Pixabay