Il 2011 sarà l’Anno Europeo del Volontariato. Un’iniziativa promossa dalla Commissione Europea per dare maggiore visibilità a un settore che coinvolge più di 100 milioni di cittadini del Vecchio Continente. Si dice volontariato, si legge fattore economico, visto che contribuisce, secondo le stime, al 5% del PIL dei paesi UE
Secondo un’indagine realizzata da Eurobarometro nel 2006, 3 europei su 10 affermano di essere impegnati come volontari e quasi l’80% degli intervistati considera tale attività un settore importante della vita democratica in Europa. Ma chi sono i volontari? Si tratta di una vera e propria galassia variegata: genitori che aiutano nelle scuole, che si mascherano da clown negli ospedali e negli ospizi, persone attive nello sport, nella difesa dei diritti umani, ambientalisti, giovani cyber-volontari e gente che prende parte attivamente alla vita della propria comunità . Non mancano certo le differenze a seconda dei paesi. Negli stati post-comunisti, ad esempio, sono i giovani a dedicarsi al volontariato, mentre nell’Europa meridionale sono i pensionati. In generale, si tratta di cittadini benestanti, istruiti e di mezza età . La Commissione Europea dal 1996 sostiene lo sviluppo del volontariato tra i più giovani attraverso l’implementazione del Servizio Volontario Europeo (EVS), programma che prevede un sostegno economico a favore della sensibilizzazione e circolazione comunitaria di giovani volontari dai 18 ai 30 anni. Anche di fronte a tali segnali di incoraggiamento, sono ancora 7 su 10 (Eurobarometro 2006) gli europei che non si occupano di volontariato. Spesso i potenziali interessati non sono informati adeguatamente riguardo le possibilità concrete di partecipare attivamente alla vita della propria comunità . In molti casi, invece, è il tempo a mancare. Infine, non bisogna dimenticare che il volontariato è libero, ma non dai costi. Ad oggi il vero limite è rappresentato dalla scarsità delle risorse economiche. Fare volontariato è percepito come un “lusso” ad esclusivo appannaggio di alcune categorie sociali ed e’ anche vero che non esiste, per il volontario, uno status giuridico e di protezione dai rischi. Per il 2011 la Commissione ha stanziato un budget pari a 8milioni di euro che serviranno soprattutto a comunicare e ad accrescere la consapevolezza di questa realtà . Le iniziative in programma sono molteplici: dalla realizzazione di un sito web apposito (www.eyv2011.eu) a una serie di conferenze tematiche e di interventi di sviluppo. Saranno gli stessi volontari e le organizzazioni, veri protagonisti del settore, a determinare il successo e l’efficacia di queste iniziative.