Le galassie sono conosciute per la luminosità delle stelle al loro interno, ma contengono anche ingenti quantità di gas e polveri. Un team guidato da astronomi UCLA – Università della California, ha dimostrato che le stelle sono responsabili della produzione di polveri su scala galattica, componenti chiave per la formazione di pianeti rocciosi come la Terra.
Il team di scienziati californiani ha osservato II Zw 40, una galassia situata a circa 33 milioni di anni luce da noi. L’agglomerato è una vera e propria fucina di stelle – tra le più prolifiche dell’Universo locale a detta degli scienziati -, ed è utile per la dimostrazione di teorie sulla formazione stellare.
Per confermare le loro ipotesi, gli scienziati hanno sfruttato al massimo le potenzialità dell’Atacama Large Millimeter/submillimeter Array, un radiointerferometrosituato nel deserto di Atacama, in Cile. Sotto l’occho dello strumento, la regione centrale di II Zw 40, che ha al suo interno due cluster, ciascuno contenente almeno 1 milione di stelle.
Grazie a immagini realizzate in diverse lunghezze d’onda, è stato possibile costruire una mappa in grado di tracciare le polveri della galassia, composte da carbonio, silicio e ossigeno, elementi prevalenti nell’Universo. “Se si osserva la Via Lattea – ha commentato Jean Turner, a capo dello studio -, appare disomogenea e a chiazze. Colpa delle polveri che bloccano la luce”.
I ricercatori hanno scoperto che le polveri della galassia sono concentrate all’interno di circa 320 anni luce dei cluster stellari. L’osservazione ha sostenuto l’ipotesi teorizzata dal team dell’UCLA, che vedeva le stelle responsabili della produzione di polveri come vere e proprie ‘fabbriche di fuliggine’ che inquinano le zone di spazio circostanti.
Una delle ipotesi più accreditate teorizza che le stelle producano polveri attraverso l’espulsione di elementi fusi al loro interno. Polveri che poi vanno ad arricchire le galassie ospiti con composti più pesanti dell’idrogeno e dell’elio. Tuttavia, i dati astronomici raccolti finora, non hanno provato tale affermazione: gli scienziati hanno cercato a lungo prove di questo arricchimento galattico su larga scala, senza trovare alcun riscontro.
Il gruppo dell’UCLA ritiene che le quantità di polveri siano così rilevanti in ammassi stellari come II Zw 40, proprio perché galassie di questo tipo contengono un gran numero di stelle massicce, responsabili di questa ingente produzione. Le fasi evolutive di questi astri sono piuttosto brevi e le polveri sono ben visibili, prima che vengano disperse lontano dalla loro fonte. “Il nostro obiettivo – conclude Turner – è trovare altre fonti e osservarle nelle diverse fasi evolutive, per comprenderne meglio gli sviluppi nel corso del tempo e capire come le polveri si espandono nelle vicinanze della galassie“.