Una pillola di Idrossiclorochina al giorno toglie il Covid di torno. L’ultima, rivoluzionaria scoperta scientifica destinata a cambiare per sempre il mondo della ricerca medica viene nientepocodimeno che dal presidente americano. Donald Trump ha annunciato di star seguendo una profilassi a base di Idrossiclorochina per prevenire il Covid 19. La “cura” durerebbe da una decina di giorni, il soggetto sarebbe costantemente monitorato e il Coronavirus lontano. “Una pillola al giorno, cosa c’è da perdere…” ha commentato il diretto interessato.
Cos’è l’idrossiclorochina, la cura seguita da Trump
In realtà da perdere ci sarebbe e anche parecchio. L’idrossiclorochina annovera tra gli effetti collaterali gravi problemi cardiaci. Il farmaco, infatti, è prescritto ancora in via sperimentale per il trattamento del Coronavirus e sempre nell’ambito del trattamento e non della prevenzione. Il mese scorso la Food and Drug Administration ha diffuso una circolare sull’idrossiclorochina: la sua efficacia è ancora da dimostrare mentre è accertata la sua cardiotossicità. Non a caso il farmaco è utilizzato prevalentemente in ambito ospedaliero. Quando al presidente è stato chiesto se il medico della Casa Bianca glielo avesse consigliato, la risposta è stata negativa. Eppure lui ci crede in questo farmaco: “Sareste sorpresi se sapeste quante persone la stanno prendendo, soprattutto tra i lavoratori impegnati in prima linea.” ha raccontato il Presidente e a quanti hanno eccepito che il farmaco è ancora in sperimentazione ha risposto: “Ricevo molte chiamate positive a riguardo, ecco le mie prove“. Un metodo scientifico di ultima generazione dove la prova principe è: “L’ho preso ogni giorno per circa una settimana e mezza ormai, e sono ancora qui“.
L’idrossiclorochina è un farmaco antimalarico utilizzato anche per la cura del lupus e dell’artrite. Nelle settimane più difficili dell’emergenza Coronavirus, è stato adoperato con successo, in combinazione con l’antibiotico azitromicina, per ridurre l’infiammazione provocata dal virus.
Trump e l’Oms
L’illuminante intervento del presidente Trump è stato, in realtà, una nuova occasione per scagliarsi contro l’Oms. Dall’alto della sua arroganza, il tycoon, come viene spesso chiamato, ha minacciato l’ente che si occupa della salute nel mondo di ritirare i finanziamenti se entro un mese non sarà in grado di produrre risultati importanti contro il Coronavirus. In una lettera aperta indirizzata al presidente Tedros Adhenom, Trump l’ha accusata di essere il burattino della Cina e ha accusato quest’ultima di non aver avuto un atteggiamento trasparente riguardo alla diffusione del virus nelle prime fasi.
Rimbalzi di responsabilità
Lo scontro tra Trump e l’Oms, le dichiarazioni di Trump sulla Cina, dettate dalla sua arroganza, sono la ciliegina sulla torta di una gestione dell’emergenza più che discutibile. Con il loro milione e mezzo di contagiati e novantamila decessi, gli Stati Uniti sono il Paese più colpito dal Coronavirus. Dati che mettono inevitabilmente sotto accusa il leader politico per cui serve un contrattacco, uno stratagemma per ribaltare la situazione. “Un errore di valutazione” ha risposto la Cina alla lettera di Trump nel disperato tentativo di sfuggire alle proprie responsabilità. Insomma, una pillola al giorno di Idrossiclorochina non toglierà le polemiche di torno.