Chi sono i vincitori del Premio Pulitzer 2024? Giornalisti, scrittori, saggisti, fotografi che hanno saputo raccontare la realtà che ci circonda tra guerre e cambiamenti. Come sempre, i premi sono stati assegnati dalla Columbia University, teatro, in queste settimane, di manifestazioni pro Palestina.
Il fil rouge della guerra
La guerra che si sta consumando a Gaza è stato un po’ il fil rouge di questa 108° edizione del Premio Pulitzer. Infatti, ben due premi più uno speciale sono stati conferiti a giornalisti e operatori che hanno testimoniato quello che sta accadendo in Israele e Palestina dall’attacco del 7 ottobre e non solo.
Il primo di questi premi, per la Reportistica internazionale, è andato al New York Times
“Per la sua copertura ampia e rivelatrice dell’attacco letale di Hamas nel sud di Israele il 7 ottobre, per i fallimenti dell’intelligence israeliana e per la risposta radicale e mortale dell’esercito israeliano a Gaza”.
Il secondo, per la sezione Fotografie delle ultime notizie, è stato assegnato, invece, ai fotografi della Reuters
“Per fotografie crude e urgenti che documentano l’attacco mortale del 7 ottobre in Israele da parte di Hamas e le prime settimane del devastante assalto israeliano a Gaza”.
Il Pulitzer per la sezione Saggistica generale è andato a Nathan Thrall per il suo Una giornata nella vita di Abed Salama: Anatomia di una tragedia di Gerusalemme edito da Metropolitan Books.
“Un resoconto intimo e finemente documentato della vita sotto l’occupazione israeliana della Cisgiordania, raccontato attraverso il ritratto di un padre palestinese il cui figlio di cinque anni muore in un violento incidente con uno scuolabus quando le squadre di soccorso israeliane e palestinesi vengono ritardate dalle norme di sicurezza” recita la motivazione.
Vincitori del Premio Pulitzer 2024: la reportistica “interna”
Cos’è accaduto negli Stati Uniti nel 2023? A dircelo sono anche i reportage premiati ai Pulitzer. Per la sezione Servizio pubblico il premio è andato ai giornalisti Joshua Kaplan, Justin Elliott, Brett Murphy, Alex Mierjeski e Kirsten Berg. Il loro lavoro è stato
“Un rapporto rivoluzionario e ambizioso che ha squarciato lo spesso muro di segretezza che circonda la Corte Suprema per rivelare come un piccolo gruppo di miliardari politicamente influenti ha corteggiato i giudici con doni sontuosi e viaggi, spingendo la Corte ad adottare il suo primo codice di condotta”.
La sezione Reportistica nazionale ha assegnato due premi: uno alla Reuters
“Per una serie illuminante di storie di responsabilità incentrate sulle attività automobilistiche e aerospaziali di Elon Musk, storie che hanno mostrato notevole ampiezza e profondità e hanno provocato indagini ufficiali sulle pratiche delle sue aziende in Europa e negli Stati Uniti”.
Il secondo è andato, invece, al Washington Post
“Per il suo esame che fa riflettere sul fucile semiautomatico AR-15, che ha costretto i lettori a fare i conti con gli orrori provocati dall’arma spesso utilizzata per le sparatorie di massa in America”.
Sarah Conway del City Bureau e Trina Reynolds-Tyler dell’Invisible Institute sono le vincitrici del Premio Pulitzer, sezione Reportistica locale
“Per la loro serie di indagini sulle ragazze e donne nere scomparse a Chicago che hanno rivelato come il razzismo sistemico e l’incuria del dipartimento di polizia abbiano contribuito alla crisi”.
Strumenti di repressione
La repressione della libertà personale e di espressione è un fenomeno molto documentato e il Premio Pulitzer ha intercettato le testimonianze. David E. Hoffman del Washington Post ha vinto il premio, sezione Scrittura editoriale
“Per una serie avvincente e ben documentata sulle nuove tecnologie e sulle tattiche utilizzate dai regimi autoritari per reprimere il dissenso nell’era digitale e su come possono essere combattute”.
La sezione Commento del Pulitzer ha premiato Vladimir Kara-Murza, collaboratore del Washington Post
“Per le colonne appassionate scritte con grande rischio personale dalla sua cella di prigione, mettendo in guardia sulle conseguenze del dissenso nella Russia di Vladimir Putin e insistendo su un futuro democratico per il suo paese”.
Quelli elencati sono solo alcuni dei premi riconosciuti. La lista completa con la relativa cronologia è visitabile a questo link.
In copertina Foto di Engin Akyurt da Pixabay