I Talebani entrano a Kabul e s’insediano nel palazzo del governo sulla scorta degli accordi internazionali e sotto gli occhi di tutti senza che nessuno alzi un dito. Diplomazie in fuga ed ambasciate occidentali svuotate, rimangono a ranghi normali – chissà perché – solo quelle della Russia, della Cina, dell’Iran e del Pakistan.
E’ stato un ferragosto surreale quello che l’Afghanistan si è trovato a vivere suo malgrado, le truppe statunitensi dopo venti anni abbandonano in tutta fretta il Paese e gettano la popolazione nel più totale sconforto per la consegna del Paese nelle mani dei Talebani che già preannunciano di riportare la loro legge intrisa di quella interpretazione radicale dei precetti religiosi applicati alla vita di tutti i giorni.
Le immagini che rimbalzano dalle TV ai siti web e ai social, dove Twitter si sta dimostrando molto più sul pezzo di tanti altri, sono sconcertanti e sconfortanti ed il video di quella ragazza che dice :
“Non contiamo nulla perché siamo nati in Afghanistan. Moriremo lentamente nella storia”
mette tutti davanti alle proprie responsabilità che sono aggravate da venti anni in cui le truppe d’occupazione non hanno fatto nulla per questo popolo.
Quello che colpisce è come l’esercito regolare afghano non abbia contrastato in nessun modo l’avanzata dei Talebani ma, anzi, si è consegnato loro armi e bagagli e non per paura ma per pura adesione a quel movimento. Certo i Talebani sono sempre stati forti in Afghanistan ma che quella che proponevano come una riconquista del potere avvenisse non solo con il consenso malcelato di tutto l’occidente ma finanche di chi doveva contrastarli lascia davvero basiti.
I Talebani vecchi o nuovi?
L’Afghanistan ripiomberà tanti anni indietro? I capi Talebani rassicurano che non sono più gli estremisti di un tempo ma un movimento molto più moderato e meno oltranzista. C’è da credere loro o è tutto un espediente dialettico per legittimare la loro nuova scalata al potere?
Si teme per le donne soprattutto per una impostazione religiosa che le vuole circoscritte in determinati ruoli e che seguano costumi ben precisi in un ambito sociale in cui il loro ruolo al confronto degli uomini resta, per così dire, di secondo piano per non dire di retroguardia.
Si teme per tutti coloro che non sono stati dalla parte dei Talebani prevedendo facili ritorsioni ora che nessun baluardo si frappone. Sono timori circostanziati e legittimi? Solo il tempo ce lo dirà è vero ma i presupposti li conosciamo tutti.ù
Una seria riflessione va fatta ed in maniera spietata su questi venti anni in cui le forze della coalizione occidentale avrebbero dovuto aiutare le migliori espressioni della cultura e della politica afghana a formarsi ed a gestire il potere passato loro mano mano fino a traghettare il Paese nel novero delle democrazie di stampo filo occidentale.
Niente di tutto ciò è avvenuto c’è solo stata la depredazione da un lato e il tributo di sangue dall’altro per quelle truppe mal gestite e peggio indirizzate che mai sono riuscite a creare un legame con il territorio – ma forse nemmeno è mai loro interessato farlo -.
I Talebani fanno precipitare l’Afghanistan nel terrore
Le scene di ammassamento per le vie che portano all’aeroporto e la corsa ad aggrapparsi ai carrelli degli aerei che portavano via la flotta diplomatica presente nel Paese sono da brividi e fanno toccare quasi dal vivo il clima di terrore puro che questa gente sta vivendo e che già fa nascere polemiche negli schieramenti sovranisti di tanti Paesi Europei; ma non diamo voce a chi non ha non anima ed evitiamo in questa sede anche solo di nominarli auspicando, invece, che prestissimo vengano attivati i corridoi umanitari che si devono organizzare in questi frangenti.
La sterile polemica politica verso ministri e capi di stato che erano al mare, era pur sempre Ferragosto, mentre il dramma scoppiava in Afghanistan non solo non ci appassiona ma la deploriamo totalmente. E’ fin dal trattato di Doha di qualche anno fa che si sapeva che il futuro dell’Afghanistan sarebbe stato questo e non era una domenica al mare in pieno agosto a poter cambiare le cose.
La riflessione che invece va fatta è che lo stato delle cose in Afghanistan è tutto sulla coscienza americana e degli alleati occidentali che sono arrivati promettendo di esportare lì la democrazia (concetto tutto ancora da appurare veramente) e ora alzano i tacchi lasciando nello sgomento totale tutte quelle persone che con loro hanno collaborato e ora si ritrovano con una condanna a morte sulla testa. Questo atteggiamento è vergognoso ed è la più grande sconfitta civile e militare.
I Talebani, l’Afghanistan, Emergency e l’aiuto alla popolazione civile
La posizione di Gino Strada contro le guerre e contro quella in Afghanistan è più che nota come l’azione di Emergency vitale con i suoi ospedali sul territorio afghano, a volte unico presidio per la sopravvivenza dei civili.
I due contributi che vi abbiamo appena proposto vogliono trasmettere a tutti quanto ci sia bisogno di pace per questa terra martoriata.
I Talebani e le donne
Vogliamo chiudere con queste due foto che ritraggono due inviate di due grandi emittenti in Afghanistan poco prima della presa di potere talebano e dopo la caduta di Kabul a Ferragosto. Non pensiamo di dover aggiungere parole.