I sonetti di William Shakespeare rappresentano una delle massime espressioni della poesia lirica del Rinascimento inglese. Questi 154 poemi sono carichi di emozione, bellezza e complessità, esplorando temi come l’amore, il tempo, la bellezza e la mortalità. Alcuni di questi sonetti hanno raggiunto una notorietà che li colloca tra le opere più celebri della letteratura mondiale.
Sonetti di William Shakespeare: i più famosi
Il Sonetto 18 è forse il più celebre di tutti. Con il suo incipit “Shall I compare thee to a summer’s day?” (“Dovrei paragonarti a un giorno d’estate?”), Shakespeare esplora la bellezza eterna, superiore persino alla bellezza naturale che è soggetta al cambiamento e al decadimento. Il poeta assicura l’immortalità del suo amato attraverso la potenza della sua poesia, che sopravviverà al passare del tempo.
Altrettanto famoso è il Sonetto 116, una meditazione sull’essenza dell’amore vero e costante che non “altera quando trova alterazione” o vacilla “anche se rovina il suo vero centro”. Il sonetto è spesso citato nelle cerimonie nuziali per il suo ideale di amore incondizionato e immutabile.
Il Sonetto 130 sfida le convenzioni dei sonetti d’amore del tempo, prendendo in giro la tendenza dei poeti a usare iperboli e confronti esagerati per descrivere la loro amata. Invece, Shakespeare descrive la sua dama con termini realistici, sostenendo che il suo amore è speciale proprio per la sua autenticità e la sua “vera” bellezza.
Tempo e perpetuità
Un altro tema ricorrente è il conflitto tra il tempo e la perpetuità. Nel Sonetto 60, Shakespeare contempla la natura effimera dell’esistenza umana, paragonando la vita all’onda che si infrange sulla riva, destinata a scomparire. Tuttavia, c’è anche una sfida al tempo, poiché la poesia stessa diventa un mezzo per superare la mortalità e preservare la memoria.
Il Sonetto 73 tocca il tema dell’invecchiamento con immagini potenti di autunno, tramonto e fuoco morente. È una riflessione sulla fugacità della vita e offre una visione commovente di come la consapevolezza della mortalità può intensificare l’amore e l’apprezzamento degli altri nei confronti dell’individuo.
I sonetti di Shakespeare non sono solo testimonianze d’amore, ma anche di sofferenza, gelosia e persino di rimorso, come mostrato nel Sonetto 29. Qui, il poeta esprime la sua depressione e la sua invidia verso la fortuna altrui, ma poi trova sollievo e redenzione nel pensiero dell’amore del suo amato.
Maestria linguistica
La forma del sonetto, con la sua struttura rigorosa di 14 versi divisi in tre quartine e un distico finale, offre a Shakespeare un frame entro cui svolgere la sua maestria linguistica. La rima e il metro (generalmente l’iambic pentameter) creano un ritmo che sottolinea l’arguzia e la profondità dei pensieri del poeta.
In conclusione, i sonetti di Shakespeare rimangono un pilastro della poesia inglese non solo per la maestria della loro forma, ma anche per la loro universale risonanza emotiva. Da letture scolastiche a letture private, da matrimoni a commemorazioni, questi sonetti continuano ad affascinare, ispirare e commuovere lettori di ogni epoca.
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