Sensibilizzare il mondo sportivo e quello scolastico per promuovere l’integrazione dentro e fuori il campo da gioco: queste le finalità dell’Accordo di Programma per la promozione delle politiche di integrazione attraverso lo sport siglato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e dal CONI e rinnovato per il quarto anno consecutivo.
Sono stati presentati al Circolo del Tennis Foro Italico di Roma i risultati delle varie attività del progetto ‘Sport e Integrazione 2017’ nei diversi filoni di intervento, appunto quello sportivo e quello scolastico. All’incontro sono intervenuti il Ministro del lavoro e delle politiche sociali Giuliano Poletti e il presidente del CONI Giovanni Malagò; con loro anche tecnici, atleti e testimonial sportivi per portare le proprie testimonianze.
L’apertura del meeting è stata dedicata ad una riflessione su quanto emerge dall’indagine sul ruolo dello sport nei percorsi di integrazione, realizzata in collaborazione con l’Istituto di ricerche sulla popolazione e le politiche sociali (Irpps) del Cnr, che ha coinvolto circa 4.000 giovani e 120 insegnanti in dieci località italiane. Discussione stimolata dall’intervento del ricercatore Antonio Tintori, a nome del gruppo di ricerca Cnr, come anticipazione di quanto raccolto nelle scuole secondarie di secondo grado.
“La collaborazione che abbiamo avviato con il CONI nel 2014 per realizzare insieme attività dirette a promuovere politiche di integrazione attraverso lo sport continua a dare buoni frutti. Gli interventi che sono stati realizzati nel corso di quest’anno nella scuola, nel mondo dello sport e nell’ambito della comunicazione hanno confermato come lo sport, attraverso i valori di solidarietà, di rispetto delle regole e degli altri che ad esso sono connaturati, possa svolgere un ruolo trainante nei processi di integrazione e contribuire in modo efficace a diffondere la cultura della convivenza civile tra persone diverse”, ha affermato Poletti.
Giovanni Malagò: “Da tempo si parla di inclusione ed integrazione, credo che siano temi condivisibili da tutti e bisogna che vadano affrontati in maniera oggettiva e con la stessa passione con cui si assiste ad una gara. Tutti i ragazzi vanno messi in condizione di poter svolgere la propria attività sportiva, così come gli agonisti devono poter aspirare a rappresentare il proprio Paese a prescindere dalla provenienza. Il nostro mondo – lontano da ogni strumentalizzazione – è portabandiera di certe istanze e di certi percorsi perché riteniamo giusto e sacrosanto il concetto di cittadinanza sportiva. Con il Ministero abbiamo lavorato bene e con continuità in questi anni, i risultati ottenuti sono il frutto dell’impegno delle due parti che hanno collaborato con costanza, affrontando un percorso di responsabilizzazione reciproca. Il CONI sta impiegando tante energie per contribuire alla causa perché credo sia un dovere di chiunque si occupi di sport ed è per questo che siamo orgogliosi della risposta del nostro movimento, capace di esaltare i valori che ci caratterizzano”.
Sono stati esposti, quindi, i risultati dell’attività in ambito scolastico, uno dei filoni di intervento del progetto, con la realizzazione della campagna educativa ‘Campioni di Fair play‘, rivolta alle classi delle scuole primarie aderenti all’edizione 2016/17 del progetto ‘Sport di Classe‘: oltre un milione e mezzo di bambini a cui è stato proposto un ‘contest’ per riflettere in classe sul tema dell’iniziativa. Una serie di incontri con i campioni testimonial con background migratorio ha poi valorizzato il lavoro delle classi più meritevoli, nelle città delle scuole vincitrici del concorso.
L’intensa giornata del meeting si è arricchita anche di momenti particolarmente emozionanti. Il primo ha visto protagonista l’ultima tappa degli incontri nelle scuole, conclusi proprio questa mattina con gli azzurri Delmas Obou (velocista del Gruppo Sportivo Fiamme Gialle), Maria Benedicta Chigbolu e Raphaela Lukudo (velociste del Centro Sportivo Esercito), e Andreea Stefanescu (ginnasta del Centro Sportivo dell’Aereonautica Militare), che hanno incontrato la scuola vincitrice del percorso educativo sul fair play per la provincia di Roma, la scuola primaria ‘Principe di Piemonte’, premiata anche con un kit di materiale sportivo.
Il secondo momento, invece, ha riguardato l’altro ambito di intervento di ‘Sport e Integrazione’, il mondo sportivo: Emiliano Mondonico ha messo a disposizione la sua esperienza diretta di integrazione sul campo da gioco offrendo la sua testimonianza ai tecnici, dirigenti ed allenatori presenti all’incontro. Con lui, a portare un ulteriore e significativo contributo, anche il judoka Fabio Basile, Campione olimpico a Rio 2016, ed Ermes Tosolini, atleta della Nazionale italiana di judo. Ambito sportivo al quale si è rivolta la campagna di sensibilizzazione ‘Fratelli di Sport. Una campagna per l’inclusione attraverso lo sport’, mirata ad accrescere e rafforzare la consapevolezza del ruolo della pratica sportiva come strumento di inclusione, nel contesto della quale sono stati realizzati due incontri con le società sportive del territorio, raccontati da Diana Bianchedi, ed un Contest ancora aperto rivolto alle ASD, per la valorizzazione delle esperienze positive realizzate nei territori.
Una conclusione di festa per il meeting con le domande dei più piccoli agli uomini di governo presenti e con la foto di gruppo delle premiazioni alla presenza del ministro Poletti e del presidente Malagò.