Si è conclusa a Roma la prima edizione di “CALCIO SOLIDALE inFEST 2016 – Primo Festival Nazionale del Calcio Solidale”, evento promosso da Fondazione Roma Solidale onlus in collaborazione con Roma Capitale e la Rete del Calcio Solidale in programma a Cinecittà Studios presso la Sala Fellini e la Sala Visconti e i campi sportivi Cinecittà Bettini per tre giorni giorni dal 26 al 28 maggio 2016.
La giuria, composta da Emanuele Audisio, Paolo Calabresi, Francesco Miccichè, Simone Perrotta, Boris Sollazzo, Damiano Tommasi e Massimo Vallati, ha assegnato i seguenti riconoscimenti, con annesse motivazioni:
MIGLIOR LUNGOMETRAGGIO
Loro di Napoli di Pierfrancesco Li Donni
Un viaggio nella storia, nelle storie di AfroNapoli United, squadra di migranti, capace di vincere ogni sfida, persino quella contro la burocrazia italocalcistica. Il calcio come veicolo di emancipazione, il cinema come indagatore di anime inquiete, la voglia di fare carte false non per vincere, ma per scendere in campo. Li Donni non si accontenta di una facile “fuga per la vittoria”, ma entra nello spogliatoio, nel pullman, nelle macchine, nelle case, nelle lettere di chi nel pallone cerca il riscatto o a volte solo un posto nel mondo. Lo fa con una fotografia accurata, un montaggio che scandisce bene il ritmo narrativo, con una sensibilità rara e mai retorica.
MIGLIOR CORTOMETRAGGIO
The Other Side di Khen Shalem
Cos’è il cinema più bello se non un’idea semplice, quasi ovvia che anche per questo diventa geniale nelle mani di un regista capace di renderla esemplare? The other side ci dice che nel calcio il muro è soltanto una barriera, che si può aggirare. Con una punizione a foglia morta o con la fantasia di due ragazzi. Shalem sa costruire una storia potente e lineare, calibra estetica ed etica da grande autore, verso la soluzione dirompente e a suo modo lacerante del dilemma. E va in gol, come solo i grandi campioni sanno fare.
Menzioni per CORTOMETRAGGI
I love Hooligans di Jan-Dirk Bouw
Due piedi sinistri di Isabelle Salvetti
Tifo ed emarginazione possono essere due compagni di viaggio molto spesso. A dircelo sono due film profondamente diversi ma forse complementari. I love hooligans percorre le ombre della comunità ultras e il piccolo grande dramma di chi non può essere se stesso nell’unico luogo in cui tutti tirano fuori la parte più profonda di sé: Jan-Dirk Bouw usa l’animazione per lanciarci in uno dei tabù calcistici più archetipici, disegnando un universo inaspettato. Isabella Salvetti, invece, con Due piedi sinistri, ci dice che un tifoso è tale, per l’energia e l’amore che trasmette a chi è in campo, non per la sua identità particolare. Luana è diversa, ma il calcio le regala un sorriso, quell’inclusione che l’hooligan non sa trovare tra i suoi. Ed entrambi i film hanno il merito di entrare dentro quella “mentalità”, quel mondo tifoso, che tutti preferiscono ignorare. O magari stigmatizzare, ma dalla giusta distanza di chi giudica senza consapevolezza.