Gourmet Italia presenta caratteristiche e curiosità di cinque piatti della tradizione italiana che si trovano tra le oltre 30 referenze dei piatti pronti ideati per la nuova linea M’ama, creata appositamente per rispondere alle esigenze di gusto e praticità delle nuove generazioni. Non solo piatti ispirati a ricette provenienti da tutto il mondo, dall’Asia al Messico o attenti a esigenze alimentari particolari, questa nuova linea presenta anche tutta una serie di prodotti che riprendono fedelmente la migliore cultura gastronomica del Bel Paese all’interno della nuova linea M’ama Classici Italiani.
Di seguito cinque piatti della tradizione nazional popolare che tutti hanno mangiato almeno una volta nella vita ma di cui forse non in tanti conoscono peculiarità e segreti:
Tagliatelle alla bolognese
È grazie a Lucrezia Borgia, nobildonna italiana vissuta a cavallo tra XV e il XVI secolo, capelli che nascono le tagliatelle. Nel 1487 in occasione del suo matrimonio con Annibale II Bentivoglio, il cuoco Zefirano diede vita alle tagliatelle, in onore della donna e ai suoi lunghi e biondi capelli.
La delegazione bolognese dell’Accademia Italiana della Cucina ha depositato alla Camera di Commercio di Bologna la misura della vera tagliatella ed è stato esposto un campione della pasta realizzato in oro. È stato stabilito poi che la misura perfetta delle tagliatelle, a crudo, deve corrispondere alla 12.270esima parte dell’altezza della Torre degli Asinelli, ovvero circa 7mm, e, una volta cotte si arriva pressappoco a 8mm.
Pasta e fagioli
Pasta e fagioli è un piatto tipico del Bel Paese. La regione di origine è incerta dal momento che esistono diverse varianti regionali: si va dalla Lombardia al Veneto passando per Lazio e Campania. C’è chi la prepara con i borlotti e chi con i cannellini, chi con il pomodoro e chi senza. Insomma, ogni regione ha la sua tradizione che presuppone l’utilizzo di precisi ingredienti, anche se la versione partenopea rimane comunque quella più apprezzata, perché la pasta viene cotta insieme ai legumi e non viene scolata, mantenendo così i sapori di tutti gli ingredienti.
Gnocchi al pomodoro
La parola, di origine medievale, significa impasto di forma tondeggiante. Stiamo parlando degli gnocchi, un tipo di pasta molto diffuso in tutta Italia e che si può condire con vari sughi, ragù, pomodoro e basilico oppure in bianco con il burro fuso e un tocco di formaggio. Gli gnocchi comparvero inizialmente nei banchetti rinascimentali della Lombardia, ma questi venivano preparati con mollica di pane, latte e mandorle tritate e venivano chiamati zanzarelli. Gli gnocchi come li conosciamo oggi si diffondono a partire dall’importazione delle patate dal continente americano.
Risotto allo zafferano
Il risotto allo zafferanno è il simbolo della tradizione culinaria milanese. Il riso è arrivato sulle nostre tavole dall’estremo oriente, mentre sulla nascita della versione milanese ci sono varie storie. Una di queste associa il risotto allo zafferano alla tradizione della cucina kosher, ovvero quella ebraica medievale, che arrivò a Milano grazie a mercanti ebrei. Un’altra versione associa la nascita del risotto alla milanese ai gustosi arancini siciliani. Infatti, secondo questa storia, una donna trasferitasi nel capoluogo lombardo dalla Sicilia, cercò di preparare i famosi arancini, ma non riuscendoci creò il risotto allo zafferano.
Tortellini panna e prosciutto
L’origine dei tortellini è senza dubbio una tra le più conosciute. Si narra, infatti, che una giovane e bella marchesa si fermò in una locanda di Castelfranco Emilia per riposarsi. Il locandiere accompagnò la dama in camera. Si fermò a spiarla dalla serratura della porta tanto era bella e rimase colpito dal suo ombelico. Quando si trovò a preparare la cena il giorno dopo, cercò di riprodurre l’ombelico della donna con la sfoglia. Non sapendo poi cosa farsene di tutta quella pasta, la riempì di carne. Un’altra versione vede come protagonista non la giovane dama ma la Dea Venere.