Se ne è speso d’inchiostro e “retorica” su quello che è stato il fenomeno dei tatuaggi. Una moda che, se si esclude alcuni strati sociali ben delineati, qualche anno fa e anche di più, ha investito gran parte della popolazione.
Il modo peggiore di approcciare al farsi tatuare, come è sempre stato sottolineato da più esperti, era quello di farlo per essere alla moda e non per una ferrea convinzione personale. E’ ovvio che ora passata l’ondata arrivi il riflusso.
Ecco che sono sempre più coloro che ci ripensano – a detta dei dermatologi – e fanno marcia indietro rispetto all’euforia dei tatuaggi e dei piercing che ancora coinvolge molti e l’età non è mai apparsa come un limite.
Ciò che va rimarcato è che per “cancellare” un tattoo è necessario, nove volte su dieci se non dieci su dieci, ricorrere alla chirurgia per ottenere quello che fino a qualche tempo fa era ritenuto impossibile: la cancellazione senza laasciare traccia e senza effetti collaterali sulla salute.
Oggi esistono tecniche che consentono questo, ma bisogna spendere e perdere un pò di tempo. Ci si rivolge al medico, anche a molti specialisti, e lo si fa perchè ciò che si è tatuato rappresenta per molti il segno lasciato da un certo periodo ben preciso della propria vita che ora si vuole cancellare.
La persona alla fine non si identifica più con il segno che si è fatto incidere sulla pelle, seguendo una moda o facendo un viaggio laddove l’occasione di farsi tatuare è più agevole. Altri motivi sono il disegno troppo banale o il suo posizionamento non ideale; anche ragioni socioeconomiche possono consigliare la cancellazione del tatuaggio: un posto di lavoro in cui si esige più o meno formalmente che non si portino tatuaggi visibili per esempio.
Infine c’è chi ci ripensa per motivazioni strettamente mediche come le allergie che si possono aver sviluppato anche successivamente.
Qualunque sia il motivo, è chiaro che un ripensamento e la richiesta di cancellare cose di cui si era così convinti da renderle indelebili sulla propria pelle è un atto doloroso fisicamente, psicologicamente ed economicamente.