Presso la prestigiosa sede dell’Accademia dei Georgofili di Firenze, sono stati presentati i risultati finali del progetto FREEFORES finanziato da Inail, tramite del Bando ricerca in collaborazione (BRiC) 2016. Lo scopo del progetto era quello di sviluppare nuovi collanti a base organica e inorganica a bassa o nulla emissione di formaldeide per ridurre i rischi derivanti dall’uso di colle UF nei processi di lavorazione di prodotti legnosi usati nell’edilizia e negli arredi.
I nuovi collanti a bassa emissione di formaldeide
Nel corso dell’evento organizzato dal Dipartimento di scienze bio-agroalimentari (Disba-Cnr), sono stati presentati al pubblico ed a esperti del settore i contributi scientifici delle varie unità operative del Cnr e dell’Inail-Dimelia partecipanti al progetto. E’ stato mostrato che tutte le formulazioni dei nuovi collanti sviluppati nel progetto rispondono ai requisiti di una bassissima emissione di formaldeide, sia per quanto riguarda i componenti liquidi che i manufatti incollati. Le resine organiche sono state sintetizzate a partire da scarti proteici vegetali di varia origine in modo che il loro uso rientri in una filiera produttiva capace di stimolare una economia circolare.
Le resine inorganiche geopolimeriche, mai usate prima, sono state sintetizzate da rocce allumino-silicatiche, che possono anch’esse essere ottenuti da scarti di lavorazione. Le resine sono state usate per produrre manufatti in legno di pioppo ed abate. La valutazione delle emissioni si è estesa anche ad alcune lavorazioni dei materiali incollati, misurando la produzione di formaldeide, composti organici volatili e particolato fine ed ultrafine nel processo di segagione. Ciò è stato possibile tramite una metodologia originale sviluppata nel progetto. Per valutare la potenziale tossicità del particolato fine sono stati effettuati studi in vitro sui filtri campionati durante le operazioni di segagione.
Le originali soluzioni proposte nel progetto FREEFORES, hanno suscitato grande interesse nell’associazione di categoria perché l’impiego di materiali atossici consentirebbe di soddisfare le sempre più stringenti normative sull’emissione di formaldeide dai processi di trattamento di materiali legnosi nell’edilizia e negli arredi.