Gli attuali quarantenni nati nel 1980, sono i figli di mezzo tra la generazione X a cui appartengono, termine coniato dallo scrittore canadese Douglas J. Coupland, che definisce i nati tra il 1965 e il 1980 e la generazione Y o Millennials, nati tra 1980 e il 2000 con cui ne condividono in parte alcuni valori.
I neo-quarantenni sono a metà tra una generazione cresciuta a suon di cartoni animati giapponesi (manga), merendine all’olio di palma, boy band, che nascevano e morivano nel giro di una stagione, ed i primi rudimenti di tecnologie digitali, media e social network.
La generazione X
Si chiama generazione X perché anticipa la generazione Y (younger boomers) e posticipa la generazione dei baby boomers nati tra il 1946 e il 1964.
Questi ultimi appartenenti ad un periodo storico, sociale e culturale molto più florido, sono quelli che hanno contribuito alla crescita economica e demografica nel post guerra.
Per certi versi la generazione X, essendo una generazione di mezzo è alla ricerca costante di un’identità, cresciuta in equilibrio tra rinascita e decadenza economica e valoriale.
I nati nella prima decade e cioè gli over 40, sono quelli che oggi hanno fatto carriera, hanno creato imprese.
Hanno guadagnato una ritrovata stabilità familiare, ma sono anche i primi figli di separati, quando tra gli anni sessanta e ottanta i casi di divorzio diventavano sempre più numerosi.
Oggi sono il vero potere economico del paese e il sogno di tutte le strategie di marketing, rappresentando la fetta di mercato più ricercata.
I neo quarantenni appartenenti all’ultima fascia della generazione X nati nel 1980, portano con se alcune contraddizioni, ad esempio usano con piacere le tecnologie digitali ma hanno conosciuto cosa vuol dire vivere senza.
Quando negli anni ’90 non c’erano gli smartphone, ma iniziavano a farsi spazio i primi cellulari, decisamente più ingombranti e meno “intelligenti”. Sono attenti al bilanciamento tra vita familiare e lavoro, e alla necessità di coltivare le proprie passioni.
La Generazione Y
Questa generazione più vicina anagraficamente alla generazione Y e cioè alla fascia 1980 – 2000 ne condivide in parte valori e abitudini.
Più distanti invece dai Millennials, appartenenti all’ultima decade (1990-2000) che stanno ad indicare la generazione del nuovo millennio.
La generazione Y manifesta alcune contraddizioni come la volontà di indipendenza e la necessità rimanere in famiglia, con cui condividono ancora lo stesso tetto, in attesa di una stabilità economica.
Il concetto di “posto fisso” forse più vicino alle precedenti generazioni, ma molto italiano nella sua filosofia, rimane la necessità più evidente per creare stabilità economica e quindi la propria indipendenza. I quarantenni di oggi possiamo dire che sono i trentenni di una volta perché l’età in cui ci si realizza si è spostata.
Tra la fine degli studi e la ricerca di un lavoro stabile passa più tempo, cosi la realizzazione professionale e familiare si concretizza in un periodo più lungo, come matrimoni, figli e famiglia.
Si dice che la vita inizi a quarant’anni, perché a trenta si cerca la propria identità mentre a quaranta ormai si acquisisce più maturità, più consapevolezza di se stessi. Si fa un’accurata selezione di ciò che conta veramente, definendo una scala di priorità più netta.
Potremmo dire che tutto è slittato di una generazione, i trentenni di oggi sono i nuovi ventenni , i quarantenni i nuovi trentenni , i cinquantenni i nuovi quarantenni. Le aspettative di vita si sono allungate e quindi tutte le fasi di vita si sono spostate in avanti.
A quarant’anni si ha maggiore consapevolezza del proprio corpo accettandosi rispetto alle tipiche insicurezze dell’età giovanile.
A questa età si vive una vera e propria rinascita, nella mente e nel corpo. Si fa tesoro delle esperienze passate che aiutano nel percorso di maturazione. Ma si ha anche la consapevolezza che forse il bello deve ancora arrivare.
Secondo uno studio fatto da una delle più prestigiose Università degli Stati Uniti il Mit di Boston, la maggior parte delle aziende di successo in America sono state create da quarantenni.
Sono state esaminate oltre 3500 nuove imprese nate tra il 2007 ed il 2014, rilevando che quelle più floride sono state cresciute grazie a imprenditori di 45anni circa.
Di fatto l’esperienza non è tutto, ma conta nel garantire conoscenza e stabilità, forse a scapito di un po’ di sana incoscienza e di carica emotiva degli under 40.