Nel lontano 1977 Pino Daniele cantò che “Napule è mille culure”. L’album uscito quell’anno, il primo della sua straordinaria carriera, conteneva la famosissima canzone che quel giovane scrisse a diciotto anni, nel 1973.
Giovani che osservano Napoli con occhi amorevoli e critici, con tutti i suoi colori, paure e sfumature, ci sono ancora. Alcuni di questi sono del gruppo di volontariato che prende il nome proprio dalla prima frase di quella canzone, Millecolori – Napoli invisibile (clicca qui per la pagina Facebook) ragazze e ragazzi che ogni mercoledì sera si danno appuntamento ai tornelli della linea 1 della stazione metropolitana di piazza Garibaldi per dare supporto, materiale e non, ai senzatetto, a quella Napoli invisibile vista con indifferenza e non osservata da molte persone quotidianamente.
“Il nome Millecolori – spiega Marco, uno dei fondatori del gruppo nato nella scorsa primavera e che a breve diventerà associazione – rispecchia la nostra idea di volontariato. Come la città ha mille colori e sfumature, crediamo che anche il volontariato deve essere così: non occuparsi ad esempio solo dei senzatetto ma anche degli animali e dell’ambiente. Millecolori avrà anche una sezione che si impegnerà proprio in questi altri due ambiti, ad esempio collaborare con i canili”.
Azioni in campo ambientale in effetti già avvengono. Alla fine di ogni distribuzione di panini, i volontari (che sono riusciti a coinvolgere anche studenti fuori sede o giovani della provincia) armati di scope e sacchetti ripuliscono i luoghi dove trovano precario riparo le persone aiutate, raccogliendo gli stessi rifiuti “prodotti” dall’attività, dando dunque importanza a quella famosa “carta sporc” della stessa canzone.
Napule è a voce de’ criature
Che saglie chianu chianu
E tu sai ca’ nun si sulo
Non sei solo e i ragazzi di Millecolori lo sanno bene. Il loro intendo infatti non è solo quello di portare acqua e panini (farciti senza nessun tipo di carne o derivati per andare incontro alle credenze dei senzatetto di fede islamica) ma portare anche una parola di conforto, cercare di parlare e instaurare un dialogo con i bisognosi. Ascoltare le loro storie, capire come e perché vivono senza una casa, “invisibili” alla maggior parte delle persone.
“Siamo consapevoli – prosegue Marco – che la nostra azione è solo palliativa ma proviamo comunque a dare visibilità a quella città invisibile che vive nella città frenetica e troppo spesso indifferente”.
Il prossimo appuntamento è per mercoledì 15 luglio. Quella “ciorta” che ognuno aspetta, un senzatetto la può trovare in un volontario dai mille colori.