La città di Napoli ha una storia ricca e complessa, caratterizzata da movimenti popolari che hanno plasmato il destino della città. Tra questi, una delle figure più emblematiche e affascinanti è quella dei Lazzari, un gruppo sociale di ribelli e popolani di Napoli che acquisì fama soprattutto nel periodo tra il XVIII e XIX secolo. Il loro nome, probabilmente derivato da “Lazzaro”, evocava l’immagine di poveri, vagabondi e diseredati, ma la loro influenza andava ben oltre.
Origini e contesto sociale
Nel XVIII secolo, Napoli era una delle città più popolose d’Europa, ma come spesso accade nelle metropoli, la ricchezza era mal distribuita. Accanto alle sfarzose dimore nobiliari, i vicoli e le strade di Napoli pullulavano di una popolazione di disoccupati, artigiani e contadini impoveriti. Fu in questo contesto che nacque la figura del Lazzaro, una persona appartenente agli strati più bassi della società, spesso priva di lavoro stabile e coinvolta in piccoli commerci o attività illecite per sopravvivere.
I Lazzari erano conosciuti per il loro spirito fiero e indipendente. Pur essendo poveri, non erano facilmente sottomessi e spesso si trovavano al centro di rivolte e tumulti contro i poteri costituiti. La loro fedeltà, più che a ideali politici o classisti, era rivolta alla città di Napoli e al re di turno, con cui condividevano un legame quasi viscerale, sempre pronti a difendere il proprio territorio da nemici esterni o interni.
Il ruolo nella Rivoluzione Napoletana del 1799
Uno dei momenti più cruciali della storia dei Lazzari si verificò durante la Rivoluzione Napoletana del 1799. In questo periodo, le idee della Rivoluzione Francese si diffusero in tutta Europa, raggiungendo anche Napoli, dove una parte dell’élite intellettuale e borghese iniziò a spingere per l’instaurazione di una repubblica. Questo tentativo di cambiamento, tuttavia, non trovò l’appoggio del popolo napoletano, e i Lazzari si posizionarono fieramente contro i rivoluzionari.
I Lazzari, con la loro lealtà alla monarchia borbonica, si schierarono a difesa del re Ferdinando IV, combattendo contro i giacobini e i repubblicani. La resistenza dei Lazzari fu feroce e determinata, contribuendo al fallimento del governo repubblicano che durò solo pochi mesi. Questo episodio rafforzò ulteriormente il mito dei Lazzari come difensori della tradizione e dell’ordine monarchico.
Tra mito e realtà
Nonostante la loro fama di ribelli e violenti, i Lazzari erano anche portatori di una cultura popolare ricca e variegata. Erano protagonisti di canzoni, storie e leggende che attraversarono i secoli. Il loro linguaggio, i loro modi di fare e il loro abbigliamento divennero parte integrante dell’immaginario collettivo napoletano. Spesso descritti come uomini dalle vesti povere ma colorate, con una fascia rossa intorno alla vita, coltelli alla cintura e un atteggiamento baldanzoso, incarnavano la quintessenza dello spirito napoletano.
Nonostante ciò, i Lazzari erano una realtà complessa, e molti storici moderni li vedono come un gruppo sociale variegato e non sempre così idealizzato. Alcuni li considerano come una sorta di classe subalterna, manipolata dalle élite per i propri fini politici, mentre altri sottolineano il loro ruolo attivo nel plasmare gli eventi storici.
L’eredità dei Lazzari a Napoli
Oggi, i Lazzari continuano a vivere nel folklore e nella memoria storica di Napoli. Rappresentano un simbolo di resistenza e orgoglio popolare, un richiamo a una Napoli antica, fatta di vicoli stretti, voci squillanti e una cultura popolare vibrante. Sebbene i tempi siano cambiati, l’energia ribelle e lo spirito indipendente che caratterizzavano i Lazzari rimangono vivi in quella parte dell’anima napoletana che non ha mai smesso di lottare per la propria identità.
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