Taka Nakagami, Lucio Cecchinello, Alex Marquez, Kiara Fontanesi (motociclismo), Massimo Ambrosini, Daniele Adani, Josè Altafini (calcio), Anbeta Toromani (danza), Sara Colombano e la Gas Sales Piacenza (pallavolo), Enus Mariani (ginnastica), Tommaso Boni e le Zebre (Rugby), Giorgia Bronzini (ciclismo).
Sono loro i campioni dello sport che, nell’ambito della campagna di sensibilizzazione “Water of Africa”, hanno denunciato il consumo di acqua contaminata che milioni di persone, in Africa, ma anche in altre aree del pianeta, raccolgono un po’ dovunque pur di dissetarsi e che è alla base della malnutrizione infantile.
Il loro appello è stato accolto da Azione contro la Fame, organizzazione umanitaria internazionale specializzata nella lotta alla fame e alla malnutrizione, che ha organizzato una grande marcia solidale, in Italia, per denunciare, per la prima volta, la piaga inaccettabile della carenza di acqua potabile. Con “H2GO – In cammino per l’acqua”, Azione contro la Fame intende sensibilizzare l’opinione pubblica sull’assenza di risorse idriche sufficienti in alcuni Paesi del Sud del mondo.
“H2GO – In cammino per l’acqua” intende coinvolgere gli italiani in una esperienza unica nel suo genere. In particolare, il 20 giugno, a pochi giorni dalla Giornata mondiale contro la siccità, Azione contro la Fame, promuoverà, attraverso un appello ai cittadini, camminate e marce lungo itinerari scelti da ogni singolo partecipante allo scopo di raggiungere una fonte di acqua pulita, simulando i percorsi effettuati, ogni giorno, da milioni di persone, costrette a percorrere decine di chilometri pur di raggiungere una fonte di acqua adeguata al fabbisogno della propria famiglia.
Nel mondo, infatti, quasi una persona su tre è costretta a camminare almeno cinque chilometri per raggiungere una fonte d’acqua pulita e scongiurare, soprattutto tra i bambini, il consumo di acqua contaminata che, in molti casi, è la premessa della malnutrizione infantile.
Il progetto, la riscoperta delle fonti d’acqua italiane
Ogni partecipante potrà coinvolgere familiari ed amici nella propria “impresa” per sostenere i programmi umanitari promossi da Azione contro la Fame nell’ottica di fornire acqua potabile laddove non c’è. L’attività, lungo il tragitto compiuto dai partecipanti, sarà accompagnata da un supporto tecnologico: grazie, infatti, all’utilizzo del proprio smartphone ciascun “marciatore” potrà consultare contenuti multimediali forniti dall’organizzazione per raccontare il tema della scarsità di acqua. Sarà l’occasione per “mappare” le fonti d’acqua italiane e renderle, così, un simbolo della lotta alla scarsità di acqua nel mondo.
Una piaga contemporanea
Nel mondo, quasi 2,2 miliardi di persone non hanno accesso all’acqua. Secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità, una persona su tre non ha accesso all’acqua potabile e si stima che circa 3,6 miliardi di persone vivano, oggi, in aree in cui l’acqua è una risorsa potenzialmente scarsa per almeno un mese all’anno.
L’OMS ha, inoltre, affermato che il 50% della malnutrizione infantile sia dovuta al consumo di acqua non sicura, all’inadeguatezza dei servizi igienici e alla scarsa igiene. Entro il 2030, 700 milioni di persone potrebbero essere costrette a spostarsi per mancanza d’acqua.
Gran parte degli individui che non hanno accesso all’acqua potabile vive nell’Africa subsahariana, dove circa il 40% della popolazione non dispone di acqua pulita (319 milioni di persone). Decine di migliaia di persone muoiono, ogni anno, a causa di malattie legate all’acqua o altri problemi igienico-sanitari e di questi, fino al 90% sono bambini di età inferiore ai cinque anni.
Azione contro la Fame, un impegno per l’acqua
In questo solco prende forma l’impegno di Azione contro la Fame in oltre 50 Paesi: in ogni progetto è presente, oggi, una componente “WASH” (water, sanitation, hygiene) che ha l’obiettivo di garantire l’accesso all’acqua pulita, sicura ed economica alle comunità più vulnerabili. Nell’ultimo l’organizzazione ha sostenuto quasi sei milioni di persone, migliorato 13.256 punti di accesso e fornito alle popolazioni 1,8 milioni di metri cubi d’acqua.
“La pandemia ha evidenziato l’importanza del consumo di acqua pulita e dell’igiene come strumenti di prevenzione necessari per scongiurare la diffusione del coronavirus – ha dichiarato Simone Garroni, direttore generale di Azione contro la Fame -. Eppure, in alcune aree del mondo, come l’Africa subsahariana, l’acqua non c’è oppure è sporca e contaminata. Abbiamo voluto denunciare questa piaga contemporanea coinvolgendo gli italiani in un grande progetto nazionale. Insieme con le amministrazioni e gli enti del territorio, con la collaborazione delle organizzazioni e delle associazioni locali, vogliamo denunciare la carenza di fonti idriche pulite e adatte al fabbisogno delle popolazioni più vulnerabili al mondo, la cui assenza rappresenta oggi una delle principali cause della malnutrizione infantile. Allo stesso tempo, vogliamo mobilitare gli italiani per offrire acqua potabile a chi non ce l’ha”.